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Stasera in tv appuntamento con “Lo Schiaccianoci”

Un grande classico del balletto

Stasera in tv appuntamento con "Lo Schiaccianoci"

Lo storico allestimento de “Lo Schiaccianoci” firmato da Nicholas Georgiadis alla Scala, con coreografia e regia di Rudolf Nureyev: un classico del balletto che Rai Cultura propone venerdì 22 dicembre alle 21.15 su Rai 5. I sognanti fiocchi di neve, le battaglie di topi e soldatini, i valzer e gli straordinari passi a due accompagnano il sogno di Clara e del suo Principe nella magica atmosfera natalizia, ideale cornice per ripresentare questo capolavoro di maestria coreografica e musicale. Sul podio il direttore d’orchestra Valery Ovsyanikov. Regia Tv di Stefania Grimaldi.

Čajkovskij compose le musiche del balletto tra il 1891 e il 1892. La prima rappresentazione, che ebbe luogo il 18 dicembre 1892 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Russia, fu diretta interamente dal compositore italiano Riccardo Drigo e coreografata dal ballerino russo Lev Ivanov; questa esecuzione tuttavia non riscosse successo.[1] Tra gli interpreti di questa prima esecuzione spiccano l’italiana Antonietta Dell’Era, nel ruolo della Fata Confetto, il russo Pavel Gerdt come Principe Coqueluche, una giovanissima Ol’ga Preobraženskaja nella parte di Colombina e il giovane Nicolaj Legat. Il ruolo di Clara era interpretato da una bambina della scuola di ballo del Teatro Mariinskij.

La suite, estremamente popolare in sede concertistica, fu realizzata nell’agosto 1892 dal musicista stesso, che a differenza degli altri due propri balletti, per i quali non era convinto a creare una suite, lo fece su invito come “anteprima” della prossima realizzazione, addirittura quando non era stata ancora iniziata l’orchestrazione integrale del balletto  (i primi numeri furono proprio quelli della Suite). La diresse personalmente a San Pietroburgo il 7 marzo 1892, un esito trionfale. La Suite dura una ventina di minuti, utilizzando lo stesso organico dell’opera ballettistica.

Una novità in quest’opera è la presenza di uno strumento che fu visto dal compositore a Parigi: la celesta. Čajkovskij lo volle assolutamente inserire nell’organico strumentale.

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