In collaborazione con Rai Cinema, presenta Kripton

Sei ragazzi, ventenni e trentenni che lottano contro disturbi della personalità e stati di alterazione, ricoverati in due comunità psichiatriche a Roma. Accanto, gli psichiatri e le famiglie dei pazienti. In mezzo, il disagio mentale, che Francesco Munzi non addebita, allarga: non contagio, bensì condivisione, ovvero assunzione di responsabilità e sussunzione umanista.
Un altro mondo possibile, anzi, un altro pianeta: Kripton, mutuato dal Krypton di Superman da Marco Antonio, quale proprio luogo natale: “Non è remotissimo, ma alquanto remoto è”, suggerisce il ragazzo, che si professa ebreo senza esserlo.
Un documentario di gusto, cinematografico, e sostanza, umanissima, che risponde all’estinzione delle “domande fondamentali, universali dell’essere umano” senza infingimenti, prospettando oltre gli psicofarmaci e i servizi di salute mentale una cura collettiva, meglio, comunitaria. Materiale d’archivio quale controcanto poetico, musiche sinuose di Giuliano Taviani e Carmelo Travia.
Appuntamento imperdibile.
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