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Stasera in TV: La via del mare tra Bari e Durazzo

Stasera in TV: La via del mare tra Bari e Durazzo Stasera in TV: La via del mare tra Bari e DurazzoNell’estate del ‘91, ventimila albanesi in fuga da Durazzo verso la libertà approdarono nel porto di Bari, cambiando per sempre la storia delle due città. Da allora, mentre Bari ha trasformato la sua immagine da città di passaggio a perla architettonica, Durazzo è ancora alla ricerca di un ruolo nell’Albania che verrà. Il documentario inedito di Luigi Maria Perotti, in onda in prima visione stasera alle 22.10 su Rai5 per la serie “Di là dal fiume e tra gli alberi”, si muove tra le due città portuali per raccontare la loro trasformazione.

Bari e Durazzo sono città dirimpettaie, separate da uno spicchio del mare Adriatico poco più largo di un grande lago. Per secoli sono state terminali di una tratta che collegava l’Europa a Costantinopoli e all’Oriente. Nel corso del ‘900, la dittatura che ha chiuso per quasi 50 anni il paese delle aquile in un isolamento fuori dal tempo, ha impedito ogni sorta di contatto tra le due sponde. Ma l’8 agosto del 1991, quando per la prima volta la nave Vlora, partita da Durazzo con ventimila albanesi in fuga verso la libertà è approdata all’improvviso nel porto di Bari, la storia delle due città è cambiata per sempre.
Il viaggio del documentario comincia con la fotografa Eva Meksi, arrivata a Bari nel ’91 su quella nave carica fino all’inverosimile di persone e di speranze, e coinvolge Paolo Caradonna che si aggira per Bari Vecchia nelle vesti di San Nicola, il rapper dei Bari Jungle Brother Gaetano Occhiofino, ol sociologo della musica Maurizio Brunialti, il giornalista Fabrizio Versienti, l’attore Massimiliano Di Corato, Antonio Spera di Avanzi Popolo e infine Anna Dalfino, moglie di Enrico, sindaco della città ai tempi della Vlora.

A Durazzo, invece, le “guide” sono il giornalista Gezim Kabashi, la regista teatrale Driada Dervishi, l’archeologo Bledar Bica, l’imprenditrice Zhaneta Saliu, lo scrittore e regista Gjergi Vlashi e il paroliere Giuseppe Palumbo che raccontano come la ‘Taverna dell’Adriatico’, come la chiamava Catullo, sia ancora alla ricerca di un ruolo nell’Albania che verrà. Nonostante ad esempio un enorme anfiteatro antico quanto il Colosseo, complice la vicinanza con la capitale Tirana, fatica a valorizzare il proprio potenziale. Da qualche anno non ha più nemmeno un cinema, come ci dice la direttrice del Durres Film Festival Anila Varfi. Qui dopo la fine della dittatura sono arrivati da ogni parte dell’Albania per cercare di imbarcarsi e lasciare il paese E la città di oggi è la sommatoria di tutti quelli che non ci sono riusciti e di quelli che son tornati per fare di Durazzo un posto migliore, come il rapper Noizy.

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