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Stasera in tv torna l’appuntamento con “5000 anni e più.”

Il caso Nerone

Stasera in tv torna l'appuntamento con "5000 anni e più."

L’imperatore romano Nerone è considerato uno dei più brutali, folli e crudeli sovrani della storia. La sua vicenda sembra la sceneggiatura di un kolossal hollywoodiano: eventi tragici, abiezione, crimini, intrighi, celebrazioni ostentate. Ma l’imperatore commise davvero la lunga lista di crimini per cui fu condannato o fu vittima di una gigantesca campagna diffamatoria? A rispondere è “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”, con Giorgio Zanchini, in onda in prima visione martedì 21 novembre alle 21.10 su Rai Storia. La storia è raccontata con ricostruzioni, flashback e come l’investigazione su un “cold-case”, con indizi, testimoni e prove.

Zanchini, laureato con lode in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, si è specializzato in Giornalismo e comunicazioni di massa presso la Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (Luiss) di Roma. È entrato in Rai attraverso un concorso nel dicembre del 1996. Inizialmente ha lavorato al Giornale Radio Rai, a Radio 1, dal 2010 al 2014 a Radio 3, dal 2014 nuovamente a Radio 1. Ha condotto Il baco del millennio e, fino al 24 maggio 2014, Tutta la città ne parla, su Radio 3.

Attualmente conduce la trasmissione radiofonica Radio anch’io e su Rai 3, Quante storie e Rebus, con Corrado Augias.

Dal 28 giugno al 23 agosto 2022 conduce in prima serata su Rai 3, con Roberta Rei, la trasmissione Filorosso.

Con Lella Mazzoli è il direttore del Festival del giornalismo culturale dal 2013. È vicedirettore della rivista I diritti dell’Uomo, cronache e battaglie. Fa parte del comitato dei problemi dell’informazione.

Ha dichiarato: “La storia dei media ti insegna che è difficile che un medium sia più forte, che un nuovo medium uccida i media precedenti, di solito convivono, si rimescolano, si modificano reciprocamente. La radio in fondo ha prestato molto alla televisione, è stata indebolita dalla televisione ma è anche sopravvissuta alla televisione, ha una resistenza per caratteristiche sue intrinseche.”

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