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Il Grammy Awards come “best jazz vocal” Gregory Porter sul palco del Teatro di Verdura per il Sicilia Jazz Festival 2023

Il Grammy Awards come “best jazz vocal” Gregory Porter sul palco del Teatro di Verdura per il Sicilia Jazz Festival 2023 Il Grammy Awards come “best jazz vocal” Gregory Porter sul palco del Teatro di Verdura per il Sicilia Jazz Festival 2023L’icona per eccellenza del mondo musicale internazionale, il Grammy Awards come “best jazz vocal” Gregory Porter sul palco del Sicilia Jazz Festival 2023. Continua così a vele spiegate il successo della terza edizione del Festival con l’icona del jazz, in scena con grande attesa per la quarta giornata del SJF. Quest’anno il Sicilia Jazz Festival verrà presentato da un noto personaggio d’eccezione, la storica voce di Radio Monte Carlo, oltre che musicista e cantante Nick The Nightfly insieme alla cantante jazz Carmen Avellone.

Il Festival, promosso dalla Regione Siciliana – Assessorato al Turismo Sport e Spettacoloaprirà i battenti il 23 giugno ed è frutto della collaborazione tra l’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, il Comune di Palermo, l’Università degli Studi di Palermo, la Fondazione the Brass Group e i Conservatori di Musica del territorio regionale, e si pone come ulteriore obiettivo il coinvolgimento e la sinergia strutturale tra le istituzioni didattiche regionali, i musicisti del territorio e le maestranze locali.

Il sipario del Teatro di Verdura si aprirà il 26 giugno alle ore 21.30 con lo spettacolo di Gregory Porter accompagnato dall’Orchestra Jazz Siciliana diretta dal Maestro Domenico Riina.

Al successo ed alla popolarità c’è arrivato non più giovanissimo ma evidentemente era scritto nel cielo che Gregory Porter (classe 1971) prima o poi dovesse diventare comunque una stella: da ragazzo sembrava destinato a diventare campione di football ma un brutto incidente gli aveva precluso questo sogno; poi è il successo dei manicaretti preparati nelle cucine di un celebre locale di New York a paventare la possibilità di farne uno chef di grido.

Ma il richiamo della musica, passione inestinguibile coltivata fin da bambino e sempre sostenuta dalla mamma, è troppo forte e così le prime timide ma calorose esperienze canore vissute un po’ per diletto un po’ “per pagare le bollette” (come lui stesso confessa) in breve lo impongono al pubblico dei vari jazz club in cui si esibisce (tra cui il mitico St. Nick’s Pub di Harlem) e dopo, per fortuna, lo segnalano ad un attento produttore discografico che di quell’imponente ragazzone quasi quarantenne intuisce l’enorme talento vocale e il potenziale ancora inespresso.

L’esordio discografico avviene nel 2010 con “Water” ed è subito nomination ai Grammy Awards come “best jazz vocal” (evento eccezionale per un disco d’esordio). E’ solo il primo gradino, ma importante, per la scalata al successo poiché alcuni singoli schizzano ai piani alti delle classifiche, negli Stati Uniti come in Europa, ed il New York Times si sbilancia affermando che “Gregory Porter ha tutto ciò che vorremmo in un cantante jazz e forse una o due cose che non sapevamo di volere”. Il successivo disco, “Be good”, oltre a confermarne il fascino vocale ne rivela eccellenti doti di scrittura ed anche questo secondo album viene baciato da nomination, stavolta come “best traditional rhythm’n blues performance”. La vittoria piena al Grammy Awards è però solo rimandata e giunge finalmente nel 2014 con “Liquid spirit”, giudicato “miglior album vocale di jazz”.

Da allora la popolarità dell’artista californiano è cresciuta esponenzialmente ed oggi Gregory Porter, grazie ad uno stile molto personale e ad una voce baritonale unica che sa essere calda, morbida e carezzevole come anche ruvida, impetuosa e passionale, è considerato in tutto il mondo come il miglior prosecutore di quella grande tradizione vocale neroamericana che ha in Nat King Cole, Stevie Wonder, Donnie Hathaway e Joe Williams le sue massime icone.

Il successo, però, non ne ha mutato il tratto umano, non gli ha fatto dimenticare i difficili trascorsi artistici ed esistenziali (tra cui quello di essere stato settimo di otto figli, tutti cresciuti dalla sola madre) e non ne ha scalfito ottimismo, pacatezza, semplicità e giovialità. Gregory Porter, insomma, oggi è una stella di prima grandezza ma è rimasto lo stesso, perfino nell’indossare sempre e comunque quegli strani e ingombranti copricapi che all’inizio pare servissero a coprire le cicatrici di un intervento chirurgico ma che poi sono diventati un suo peculiare tratto distintivo

Il SJF inoltre è sicuramente divenuto da tre anni strumento di veicolazione della produzione di musica jazz siciliana quale volano turistico, culturale ed artistico della nostra terra, oltre ad essere l’unico Festival che esista al mondo interamente dedicato alle produzioni orchestrali, che vedrà protagonisti non solamente l’Orchestra Jazz Siciliana ma soprattutto gli studenti dei conservatori siciliani.

Largo spazio, dunque, alle giovani leve che hanno la possibilità di esibirsi in uno dei palcoscenici più importanti che per la terza edizione si consacra tra gli eventi dell’estate come quello dei grandi numeri con un programma ricco di concerti di musicisti residenti e la presenza di stelle internazionali. Dal 23 giugno al 2 luglio, per il terzo anno consecutivo, dopo il successo in termini di presenze e di esibizioni delle precedenti due edizioni e della preview realizzata a gennaio, saranno realizzati complessivamente oltre 107 concerti, di cui 10 produzioni orchestrali originali in scena in alcuni siti del centro storico di Palermo quali Palazzo Butera, Palazzo Chiaramonte Steri, il Complesso Monumentale Santa Maria dello Spasimo, il Real Teatro Santa Cecilia e il Teatro di Verdura di Villa Castelnuovo. Sono previste, quali peculiarità del festival, prime assolute di produzioni inedite appositamente commissionate, tanti concerti esclusivi con solisti di fama internazionale e le giovani eccellenze dei conservatori siciliani costituite da altre big band e da tanti allievi delle istituzioni musicali AFAM. Un cartellone, quello del Sicilia Jazz Festival 2023, ancora una volta ricco e variegato con attività concertistiche continue e da vivere, perché la musica è sinonimo di vita, crescita sociale, culturale e aggregazione per possibili sviluppi turistici ed economici ma anche uno spazio dedicato ai giovani dei Conservatori a cui va un particolare plauso per l’impegno costante nello studio della musica e per una affermazione di un futuro professionale di alto livello. E la musica sicuramente avvicina, unisce, inebria, conforta e riesce a far scoprire nuovi luoghi valorizzando il territorio e la storia come è già accaduto per le prime due edizioni del Sicilia Jazz Festival che grazie alle attività concertistiche dislocate lungo il centro storico della città, ha dato modo di far conoscere i luoghi e le caratteristiche turistiche della città. La terza edizione del Sicilia Jazz Festival vuole rivolgersi alla scoperta dei luoghi per valorizzarli tutti nella loro pienezza storica e culturale perchè la musica è un linguaggio universale, da tutti compreso senza limiti di età e di genere, senza limiti di appartenenza e di razza. Per la terza edizione del Sicilia Jazz Festival Summer oltre a scorrere nel cartellone grandi nomi del mondo artistico internazionale come Marcus Miller, Anastacia, Gregory Porter, The Manhattan Transfer, gli Earth Wind & Fire experience, Bob Mintzer, Manuel Agnelli, Diane Schuur, largo spazio all’interno del Village alle produzioni dei dipartimenti jazz con i Maestri e gli allievi dei conservatori “Vincenzo Bellini” di Catania, “Arcangelo Corelli” di Messina, “Alessandro Scarlatti” di Palermo, Antonio Scontrino” di Trapani, “Arturo Toscanini” di Ribera e Antonio Scontrino” di Trapani.

Il 26 giugno il Village sarà caratterizzato da diversi appuntamenti in musica, tra le tante esibizioni la Brass Marching Street Band per le vie del centro storico.

Info programma e biglietteria www.siciliajazzfestival.com, www.blueticket.it

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