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IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO – Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985

Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985

È il 24 febbraio del 1985, l’anno del trionfo assoluto e definitivo del rampantismo, dell’edonismo sfrenato e luccicante degli anni Ottanta, del mito della “Milano da bere”.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985Presidente del Consiglio è da un anno e mezzo, saldamente e avviato a diventare il più longevo della storia repubblicana fino ad allora, Bettino Craxi. Un operaio guadagna 600mila lire al mese, praticamente il doppio rispetto a inizio decennio, il pane costa 1200 lire al chilo, un caffè al bar 400 lire, un quotidiano 650.

In quel 24 febbraio, dopo esserci lasciati alle spalle la più colossale delle nevicate, al cinema ci sono Ballando con uno sconosciuto con Rupert Everett, La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen, Phoenomena di Dario Argento e il monumentale Quo vadis?. Parlando invece di musica, si è appena conclusa la trentaquattresima edizione del Festival di Sanremo, ormai da qualche anno tornato a essere l’evento canoro – e, forse, soprattutto televisivo – dell’anno.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985Nella kermesse presentata dal più iconico Pippo Baudo, il voto popolare (si vota con le schedine Totip e tutti possono farlo) ha decretato una vittoria di larghissima misura dell’allora inossidabile coppia Al Bano e Romina con Ci sarà, ma nella classifica del singolo vincitore non c’è traccia. Né nella Top Ten né nella Top Twenty. A spopolare è invece quello che si dice “il vincitore morale” del Festival, un ragazzino (appena quindici anni) italo messicano di nome Luis Miguel, che dopo essere arrivato secondo a Sanremo si è preso la testa della classifica di vendite con Noi ragazzi di oggi, scritta dal duo sforna successi più prolifico del decennio, ovvero Cutugno e Minellono (gli stessi de L’italiano, per capirci). Probabilmente, la migliore fotografia dei tempi: giovanilistica per forza, vagamente ballabile e fintamente arrabbiata, semplicistica e riduttiva. Un fast food frequentato da paninari in musica, l’inno della ribellione più finta e reazionaria possibile.

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Più vero e credibile, sempre proveniente da Sanremo, è Ramazzotti ancora in versione borgatara, con tanto di sigaretta e improbabili fasciature da pugile alle mani (del resto, siamo negli anni del mito di Rocky Balboa) non più il pupo di Una terra promessa e non ancora il divo pop di Adesso tu. La versione intermedia esemplificata in Una storia importante, che quel 24 febbraio staziona in quarta posizione (https://www.youtube.com/watch?v=iVspQGf6kkA).

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985Ma a farci ritornare nel clima irreale da perenne trenino di carnevale proprio di certi anni Ottanta, ci pensa ancora Sanremo, con i mai domi Ricchi e Poveri, qui al sesto posto con l’allucinata Se m’innamoro (https://www.youtube.com/watch?v=GA8l0-N6Ds4), un pezzo talmente brutto (e il video riesce a superare la musica) da essere quasi sublime. Come gli anni Ottanta, per l’appunto.

Ma se siamo nel 1985, ovvero nel bel mezzo dell’incredibile decennio, non può mancare chi quegli anni li ha rappresentati più di chiunque altro: i Duran Duran, al secondo posto con l’immortale The Wild Boys (https://www.youtube.com/watch?v=33ujfNFyetw).

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 24 febbraio 1985Al di là delle mode, del divismo folle e sconsiderato, degli inevitabili poster di Cioè e delle sciagurate opere derivate (vedi Sposerò Simon Le Bon) i “boys” del singolo di Le Bon e compagni per fortuna non hanno nulla a che vedere con i “ragazzi” di Luis Miguel.

Il pezzo non solo è ispirato a uno splendido romanzo del grande William Burroughs, ma è rock. Anni Ottanta al cubo certo, con tutte quelle sovrastrutture sonore ai limiti della sopportabilità, ma pur sempre rock.

Autentico e potente. Che sì, è sempre un piacere ascoltare.

Wild boys fallen far from glory

Reckless and so hungered

On the razors edge you trail

Because there’s murder by the roadside

In a sore afraid new world

They tried to break us

Looks like they’ll try again

Wild boys (wild boys) never lose it…

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