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InAscolto: Dario Piccioni, Carpet Stories (Auand Fluid 2021) – Memorie musicali sul tappeto di casa dei nonni.

InAscolto: Dario Piccioni, Carpet Stories (Auand Fluid 2021) - Memorie musicali sul tappeto di casa dei nonni. InAscolto: Dario Piccioni, Carpet Stories (Auand Fluid 2021) - Memorie musicali sul tappeto di casa dei nonni.Carpet Stories non è un disco per tutti. Non è il disco Nu Jazz che trovate in quelle caffetterie hipster che vi fanno il caffè con il grembiule di jeans con le tasche di cuoio (sai, quelli che ti chiedono se vuoi La Sumatra o il Kenia AA).
Non è un disco che vuole farsi piacere subito e ha bisogno di una certa attenzione… un certo impegno. Pure Perchè Dario ne ha messo tanto di impegno.

Carpet Stories è un disco complesso, in certi versi Math, con una visione ritmica poliedrica, aggressiva e dinamica.
L’armonia e la competenza del trio a concedersi spazi la si vede benissimo nella traccia d’apertura “Kinsoma” dove I grovigli al Piano e le Batterie sincopate litigano, si allontanano e poi si riabbracciano con Dario al Contrabbasso che visona il tutto e scandisce il copione da leggere.

Incredibile e decisamente una delle migliori tracce “A New Ceiba” dove l’addizione vocale di Veronica Marini, prima insegue rapida Vittorio Solimene al Piano e poi lo accarezza con cori tenui e docili, come per calmarlo… ma non ci riesce. Il brano evolve in un solo che dialoga vivacemente con Michele Santoleri alla Batteria alla ricerca di una soluzione pacifica che si conclude in un crescendo tecnicamente perfetto spezzato da un urlo della Marini a mettere la parola fine.

Nella sua volontà c’è il regalarci immagini in movimento sul tappeto di casa dei nonni, memorie di quando siamo piccoli e fantastichiamo guardando quel tappeto e cercando dei disegni… che sembrano muoversi e creare storie che rimangono vive e magari ci accompagnano fino a letto per viverle poi nei nostri sogni…

Dario, dicevo, ci regala un’eccellente composizione contemporanea che si poggia su tre pilastri tecnicamente impeccabili, un “carpet” pieno di giochi e intrecci in chiave virtuosa e moderna; che non si accontenta di essere contemporaneo… ma vuole essere IL contemporaneo.

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