La luna storta di Francesco Tozzi - Zia Tom La luna storta di Francesco Tozzi - Zia Tom
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La luna storta di Francesco Tozzi – Zia Tom

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Uno si cucirebbe volentieri la bocca; ma sapete com’è? Certa gente nasce con la voglia di tener banco, pure se la vita va come deve andare – cioè male – e uno più si incazza più fatica deve fare – dato che non riesce mai a dare la colpa a nessuno di ciò che di negativo gli succede intorno.

E’ così che, mentre dalla solita villetta bifamiliare accanto casa arrivano le urla del solito bambino col culo più grosso della testa, tu alzi il volume del televisore perché, all’improvviso, vedi sullo schermo una femminona bionda con addosso una fascia con scritto su “Miss Zimbabwe”.

E allora alzi il volume, un po’ perché le urla del piccolo ciocco di letame secco che hai per vicino aumentano; e un po’ perché hai già capito che quella notizia sarà interessante ascoltarla. Perché ti farà incazzare.

E difatti, così avviene. “Non è giusto che quella lì sia Miss Zimbabwe; sembra forse una dello Zimbabwe?”. L’hanno detto gli zimbabwesi, secondo il tg. Gli zimbabwesi, secondo il tg, sono tutti scontenti di ‘sto fatto qua. Tutti, nessuno escluso. Lo dice il tg.

Allora la domanda mia è: posso davvero pensare che agli abitanti, a tutti gli abitanti dello Zimbabwe interessi qualcosa se la loro miss sia bianca, nera, gialla, o arcobaleno?

Ma per chi li abbiamo presi, mi chiedo?

Lo Zimbabwe è un Paese dell’Africa meridionale, un Paese di 14 milioni di abitanti dove l’aspettativa di vita è 60 anni; è riuscito a trovare una stabilità politica – se così possiamo chiamarla – solo da una quindicina d’anni, e ha un sacco di problemi di alfabetizzazione e disoccupazione.

Volete davvero farci credere che la loro priorità sia il colore della pelle della loro miss?

Tralasciamo la facile polemica sullo ius soli al contrario. La ragazza è nata da genitori olandesi nello Zimbabwe; perché non dovrebbe partecipare?

E poi: se una ragazza nera (come Denny Mendez, dato che parliamo di miss) avesse vinto miss Svezia e qualcuno avesse detto “non ci rappresenta”, come l’avrebbe raccontata il tg? E noi cosa avremmo pensato?

Perché il tg dice che gli zimbabwesi dicono “non ci rappresenta”; però tace sui giudizi della gente, del popolo, della strada. Nessuna intervista a nessun esponente presunto sovranista dello Zimbabwe (a scopo denigratorio e non), NESSUNA.

I media, stavolta, si sono superati, non c’è dubbio: pescano una polemica razziale al contrario ma la trattano con sufficienza senza informare sulle reali opinioni della gente. Perché? Perché sono neri? Perché scopriremmo che i neri sono forse più sovranisti e nazionalisti di noi italiani (dato che noi italiani siamo un miscuglio di culture e loro no, dato che noi saremo campanilisti ma loro sono tribali)? Perché scopriremmo che in Zimbabwe non gliene frega niente del colore della pelle di una miss, che questo può importare solo a noi occidentali – così carichi di problemi veri e così rassegnati, indifferenti a tutto e così scoraggiati, decadenti, da non desiderare altra cosa che tutti, in qualche modo, ci somiglino?

Non esiste schiavitù peggiore, però, del pretendere che l’altro ci somigli.

Uguaglianza, del resto, non significa somiglianza.

Ovviamente non c’è polemica nelle mie parole.

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