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Oggi in radio: Rai Radio3 per i trent’anni dalla strage di Capaci. Il 23 maggio nel segno di Falcone e Borsellino

Oggi in radio: Rai Radio3 per i trent'anni dalla strage di Capaci. Il 23 maggio nel segno di Falcone e Borsellino
Il 23 maggio nel segno di Falcone e Borsellino

A trent’anni dalla Strage di Capaci, Rai Radio3 dedica tutta la giornata del 23 maggio al ricordo di quella tragica giornata. “Tutta la città ne parla” andrà in onda con una puntata speciale in diretta da Palermo, dalle 10 alle 11.30, durante la quale verrà trasmesso il reportage di Pietro Del Soldà e Giulia Nucci dedicato a chi oggi si impegna per la giustizia sociale nei quartieri più difficili della città. “Radio3 Suite” proporrà alle ore 22.30 “Giovannuzzu beddicchio” uno spettacolo di Giosuè Calaciura interpretato da Mimmo Cuticchio. Il titolo riprende il vezzeggiativo che il padre di Giovanni Falcone, Arturo, usava per chiamare il figlio quand’era bambino. E come inseguendo voci di vicolo e richiami di cortile, il “cuntista” Mimmo Cuticchio, e lo scrittore Giosuè Calaciura, entrambi palermitani, a trent’anni anni dall’assassinio del giudice Falcone, della moglie e degli agenti di scorta, raccontano Giovanni Falcone uomo e magistrato, attraverso il ritratto di una intera città, senza tacere le omissioni dello Stato e le collusioni della politica con la criminalità,  tenendo come fondo i quartieri abbandonati al degrado, segnati da un desiderio di giustizia mai appagato. Alle ore 15, “Fahrenheit” ospiterà in diretta Pietro Del Soldà dal cinema Rouge et noir di Palermo con lo scrittore Gianmauro Costa. Mentre alle 15.30, si ascolterà Alessandra Dino, sociologa del crimine organizzato e scrittrice, padre Cosimo Scordato, ex parroco del quartiere palermitano dell’ Albergheria, e Giovanni Fiandaca, giurista e studioso di diritto penale. Lo scrittore Calaciura sarà in studio a Roma con il conduttore Graziano Graziani. Infine, verrà rilasciato il podcast originale di Rai Radio3 in tre puntate dal titolo:” Va tutto bene! Trent’anni senza Falcone e Borsellino” di Paolo Borrometi. Il vocio dei bambini ad una festa di comunione viene interrotto da un silenzio irreale. I ‘grandi’ – o almeno quelli che i bimbi vedono come tali– sono fermi in silenzio, davanti all’unico televisore presente in quella sala. Così inizia il racconto di Paolo Borrometi, giornalista di Modica che, quel 23 maggio del 1992, aveva soltanto 9 anni. L’attentato terroristico di stampo mafioso che mette fine alla vita del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie e di tre agenti della scorta, seguito, a soli 57 giorni, dall’attentato in via d’Amelio a Palermo, dove a sacrificare la vita al servizio dello Stato è il giudice Paolo Borsellino, cambia e sconvolge per sempre la storia di molti individui e dell’intero Paese. L’Italia si riscopre diversa, conosceva già la violenza mafiosa, ma quei giorni perde definitivamente l’apparente ‘innocenza’, risvegliandosi dal sonno atavico che per qualcuno voleva dire ‘poter convivere con le mafie’. Cosa è successo in questi 30 anni, chi ha ereditato i valori espressi dalla vita, dal lavoro, dal modo di essere di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino? Un racconto di quei giorni e di questi 3 decenni attraverso le voci di Angelo Corbo, poliziotto della scorta di Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci, di Chiara Contesini, magistrato livornese classe 1989, e di Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso in via d’Amelio.

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