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Oggi in TV: Passato e Presente. L’eredità di Enrico Berlinguer

Oggi in TV: Passato e Presente. L'eredità di Enrico Berlinguer
Leredità di Enrico Berlinguer

Enrico Berlinguer inizia la sua ascesa politica nel Pci nella seconda metà degli anni Cinquanta, quando è in atto il processo di stalinizzazione seguito alla presa di posizione del nuovo segretario Kruscev. Sono gli anni della repressione sovietica in Ungheria, quando il modello sovietico inizia a mostrare le sue crepe e vede minata la propria credibilità.  Poi, nel 1969, Berlinguer è nominato vicesegretario del partito e quello stesso anno, a Mosca, partecipa alla conferenza internazionale dei partiti comunisti. Nel 1972, Enrico Berlinguer viene nominato Segretario generale del partito e in breve tempo conduce il Pci verso traguardi fino ad allora impensabili. Un personaggio analizzato da Paolo Mieli con il professor Silvio Pons a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 25 maggio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Alle politiche del 1976, il Pci raggiunge il suo picco storico raccogliendo il 34.4 per cento dei consensi. All’inizio del 1978, l’accordo programmatico tra comunisti e democristiani, reso possibile dal dialogo cominciato già da qualche anno tra Berlinguer e Aldo Moro, sembra sempre più vicino alla sua realizzazione. Ma il rapimento e l’assassinio di Moro infliggono un colpo mortale al progetto politico del compromesso storico. Per il Pci inizia la stagione dell’Alternativa Democratica. Berlinguer si pone in antagonismo alla politica democristiana non solo proponendo un diverso modello economico-sociale di sviluppo, ma anche denunciando il clientelismo e il malaffare dei partiti, ponendo al centro del dibattito politico la cosiddetta “questione morale”.

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