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Oylem Goylem, in scena a Ferrara a tren’anni dal debutto lo spettacolo cult di Moni Ovadia

Oylem Goylem, in scena a Ferrara a tren'anni dal debutto lo spettacolo cult di Moni Ovadia Oylem Goylem, in scena a Ferrara a tren'anni dal debutto lo spettacolo cult di Moni OvadiaTorna la prosa al Teatro Comunale di Ferrara con un esplosivo Moni Ovadia, sulla scena con Oylem Goylem, spettacolo culto, antidoto contro violenze, intolleranze e razzismi vecchi e nuovi, che in una sintesi tra racconto, musica dal vivo e risate ci presenta un affresco del popolo ebraico come mai visto prima. Uno spettacolo che porta sulla scena la lingua, la musica e la cultura di quel popolo – inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno –, còlto nella condizione universale dell’Ebreo errante, del suo essere senza patria, sempre e comunque.

Oylem Goylem è in programma venerdì 25 e sabato 26 novembre alle ore 20.30, e domenica 27 novembre alle ore 16 al Teatro Comunale di Ferrara. Sabato 26 alle ore 12 Moni Ovadia e i musicisti incontrano il pubblico, ingresso libero.

“Ho sempre pensato che la condizione dell’esilio – scrive Moni Ovadia – oltre ad avere connotazioni di carattere socio-giuridico-esistenziali, dovesse essere riconosciuta per caratteri “organolettici” e fra questi, di mio particolare interesse: il suono”. La musica, i canti, le ballate, le litanie, ma anche la voce che fa rivivere storielle, aneddoti e vivaci citazioni sono il cuore di questo lavoro che ci consegna un originale ritratto della cultura Yiddish.

Moni Ovadia e la sua Stage Orchestra costruiscono uno spettacolare pezzo di cabaret che fa ridere, sorridere ma anche commuovere, incrociando stili diversi, nell’alternanza continua dei toni e degli umori che lo pervadono, dal canto dolente e monocorde che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga, all’esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete. Una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti, citazioni dotte, scherzi e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare.

“So che i miei ascendenti hanno attraversato paesi, nazioni e perfino imperi – continua Ovadia – e le tracce di questi passaggi erano ancora ben visibili nei miei genitori, o mescolate fra di loro […]. Con una sorta di coazione a ripetere “postuma” mi sento pulsionalmente attratto a frequentare le lingue del vagabondaggio reale e, anche attraverso ogni possibile pastiche linguistico, a sognare di costruire vagabondaggi immaginari”.

Moni Ovadia – attore, cantante e scrittore nato a Plovdiv, in Bulgaria – torna sulla scena con uno dei vertici della sua produzione, uno spettacolo cult che da trent’anni porta in scena un’idea di memoria come progetto per il futuro.

Compongono la Stage Orchestra Maurizio Dehò al violino, Giovanna Famulari al violoncello, Paolo Rocca al clarinetto, Albert Mihai alla fisarmonica e Marian Serban al cymbalon. Suono a cura di Mauro Pagiaro, scene e costumi di Elisa Savi. Una produzione Centro Teatrale Bresciano.

Biglietti da 32 a 8 euro. Info e vendite su www.teatrocomunaleferrara.it, su Vivaticket e in biglietteria del Teatro.

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