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Recensione: “Inside out”. Demi Moore con la sua autobiografia rivela tutti i lati più nascosti di una attrice di successo

Recensione: "Inside out”. Demi Moore con la sua autobiografia rivela tutti i lati più nascosti di una attrice di successo Recensione: "Inside out”. Demi Moore con la sua autobiografia rivela tutti i lati più nascosti di una attrice di successoInside Out”, autobiografia dell’attrice americana Demi Moore, edito da Fabbri Editori, racconta la sua storia di una infanzia tormentata, dal tentato suicidio di sua madre ai problemi con l’alcol, vengono tutti svelati in ogni minimo particolare.

La mia storia è soltanto mia; sono l’unica che ne ha vissuto ogni istante, e ho deciso di rivendicare il diritto di raccontarla alle mie condizioni.”

Negli anni Ottanta e Novanta, Demi Moore si trova all’apice di una carriera straordinaria: è protagonista di film di enorme successo e delle copertine delle riviste più vendute, e sulla bocca di tutti ci sono i suoi cachet milionari e la sua vita privata. Ma dietro all’immagine patinata della star, si nasconde una donna in lotta con i fantasmi del passato (un’infanzia vagabonda in balia di genitori inadeguati, una madre alcolizzata, la violenza subita da ragazzina) e del presente (la dipendenza prima dalla droga e poi dall’alcool, il rapporto complicato con il proprio corpo).

Oggi una delle star più amate di Hollywood ha deciso di affrontarli uno per uno in un racconto onesto e senza censure: quello di una vita da romanzo, segnata da grandi successi e profondissimi baratri. La vicenda di una donna che ha imparato faticosamente ad accettare le proprie debolezze per diventare finalmente padrona della propria storia. Che in un certo senso appartiene anche a ciascuno di noi: perché “tutti noi soffriamo, tutti noi trionfiamo e tutti noi possiamo scegliere che valore dare sia alle vittorie sia alle sconfitte”.

Mentre la sua famiglia si disintegrava, la sua carriera cominciava a decollare, grazie ad una serie di occasioni che si presentavano quasi una dietro l’altra. E’ proprio in questo momento che in “Inside Out”, Demi Moore, racconta l’inizio della sua carriera tra servizi fotografici malpagati ed una carriera da modella, che le fa rivalutare il suo corpo e la sua bellezza.

Demi Moore ha conosciuto presto il dolore. Aveva soltanto 11 anni quando la sua infanzia è finita bruscamente: sua madre aveva tentato per la prima volta il suicidio. “Ricordo di aver usato le mie piccole dita di bambina per cercare di tirare via le pillole che aveva ingoiato – ha raccontato – mentre mio padre le teneva la bocca aperta e mi spiegava cosa fare. Qualcosa di molto profondo si mosse dentro di me in quel momento”.

In “Inside Out”, l’attrice rivela di come in un secondo momento abbia anche scoperto la verità su suo padre: l’uomo che l’aveva cresciuta, Dan Guynes (che sarebbe poi morto suicida nel 1980), non era il suo papà biologico. Demi era figlia di Charles Harmon, pilota dell’US Air Force, che lasciò sua madre Virginia prima della sua nascita, soltanto due mesi dopo le nozze. Virginia sposa Dan quando Demi aveva tre mesi: l’uomo cambia molti lavori in pochi anni, costringendo la famiglia a continui spostamenti (dal New Mexico alla Pennsylvania, dall’Ohio allo Stato di Washington fino in California, dove i Guynes si stabiliscono definitivamente).

Quando i genitori divorziano Demetra, che scopriremo essere il vero nome di Demi Moore, rimane a vivere con sua madre. Un giorno, a 15 anni, torna a casa e trova ad aspettarla un uomo, un conoscente, che prima la violenta, poi le chiede come si sentiva “ad essere stata venduta dalla madre per soli 500 dollari”. Forse è per quel trauma che si porta dentro che nel 2012, insieme all’allora marito Ashton Kutcher, ha deciso di fondare l’organizzazione no profit Thorn, che si occupa di creare sistemi tecnologici per prevenire gli abusi sui bambini, lo sfruttamento e il traffico di minori.

Lo stupro subito manda in pezzi il rapporto tra madre e figlia, a 16 anni Demi se ne va di casa e due anni dopo, nel 1980, è già moglie del musicista Freddy Moore. Il matrimonio va a rotoli dopo qualche anno. La carriera nel mondo dello spettacolo invece inizia ad ingranare e nel 1987, sul red carpet della commedia poliziesca “Sorveglianza…speciale”, in cui recitava il suo fidanzato Emilio Estevez incontra quello che sarebbe diventato il suo secondo marito, Bruce Willis, con cui è rimasta sposata fino al 2000. Dalle nozze sono nate le tre figlie della coppia Rumer, Scout LaRue e Tallulah Belle, ma Bruce, come si legge in “Inside Out”, non avrebbe mai digerito fino in fondo i crescenti impegni di lavoro della star, difatti i film la tengono lontana Demi dalla famiglia, e da lui: così arriva il divorzio.

Ad una cena di amici in comune nel 2003 Demi conosce Ashton Kutcher, più giovane di lei. “È stato come ricominciare da capo, come se potessi tornare indietro nel tempo e provare com’era essere giovani. Con lui sono stata in grado di vivere gli anni della gioventù molto più di quanto non fossi mai stata in grado di fare quando avevo effettivamente vent’anni”. Qualche tempo dopo l’attrice – che ha 42 anni – scopre di essere incinta di una bambina, ma al sesto mese di gravidanza ha un aborto spontaneo. Si sente in colpa, e per lenire la sofferenza riprende a bere e diventa dipendente da un potente antidolorifico, il Vicodin, e da li inizia la lotta contro le dipendenze.

Ma in questo momento delicato della sua vita, Demi Moore, scopre che Ashton la tradisce ed il terzo divorzio è inevitabile. “L’avevo messo al primo posto – ha spiegato Moore – Quando ha espresso la sua fantasia di portare una terza persona nel nostro letto non ho detto di no. Volevo mostrargli quanto potevo essere fantastica e divertente”, ma con il senno di poi Demi ha definito l’esperienza “un errore”.

Demi Moore ha raggiunto un successo planetario sul grande schermo recitando in film come Ghost, Proposta indecente, La lettera scarlatta, Striptease, Soldato Jane, Charlie’s Angels e tanti altri. Oggi è anche produttrice, regista e attivista. Ha contri-buito a fondare “Thorn”, un’organizzazione no profit che si occupa di creare sistemi tecnologici per prevenire gli abusi sui bambini, e lo sfruttamento e il traffico di minori. Con questa autobiografia, è entrata subito al primo posto tra i libri più venduti in America.

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