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Recensione: Parete Est – un intrigo senza confini

Recensione: Parete Est - un intrigo senza confini Recensione: Parete Est - un intrigo senza confini“Come dicevo, la giustizia è un concetto effimero e non sempre il bene ed il male hanno confini così ben definiti. Le cose non si concludono in modo preciso. Non c’è un vincitore o uno sconfitto come nello sport: ci sono tanti eventi e sfumature collegate, margini molto nebulosi. Non siamo né in un film, né in un romanzo, nel quale il finale deve piacere al lettore, in qualche modo.”

Questo è “Parete Est” di Alessandro Fiesoli (Edizioni GFE), nato a Prato nel 1973 e residente a Follonica.

Romanzo “cotto e mangiato”. Letto in soli due giorni come il primo d’esordio “Senza Passato” ma, sebbene organizzati allo stesso modo con una Prima e una Seconda Parte, diametralmente opposti.
In “Parete Est” la Prima Parte è quella “feroce”, quella della scintilla, della ricerca, del pericolo e del dolore. Claudio, il protagonista, non si ferma un attimo, si gioca il tutto per tutto, è come una bomba ad orologeria, ci vuole vedere chiaro ed è disposto a rinunciare a qualsiasi cosa pur di arrivare a scoprire cosa c’è dietro, qual’è il grande intrigo, anche a costo di rimanere definitivamente solo.
Una volta iniziata la lettura è molto difficile per il lettore staccarsi dalla storia, da quel Claudio così arrabbiato con il mondo, così sospettoso quasi anche della sua ombra, che schizza per un nonnulla.
A essere sincera questo personaggio è così simile anzi direi identico al mio “compagno di banco” che non ho potuto non affezionarmici, sorridendo talvolta nel leggere talune affermazioni e così, il mio Claudio, ha avuto anche un volto e una voce.
Poi arriva la Seconda Parte, quella della calma, della consapevolezza, quella in cui la verità vera si palesa come in una cena tra vecchi amici.
Anche in questo romanzo l’Autore entra fin nelle viscere del suo protagonista descrivendone ogni singola emozione, scatto d’ira, pensiero più profondo.
Se Stefano in “Senza Passato” lotta contro la sua amnesia per cercare di ricordare, Claudio, che invece ricorda fin troppo bene tutto ciò che è accaduto, vorrebbe quasi quasi lottare per dimenticare e finalmente ripartire.
Ancora una volta la descrizione dei luoghi è ricca di particolari e riferimenti precisi, il lessico chiaro e la storia si snocciola facilmente, riga dopo riga.
Alessandro Fiesoli, con questo romanzo, si è addentrato in un argomento non facile da sviscerare, in cui tutto può essere o apparire il contrario di tutto. E la verità, la tanto agognata verità, assieme alla giustizia, non permettono di tornare indietro nel tempo e aggiustare i pezzi del puzzle che è andato in frantumi, ma da quel tanto o poco che si riesce a ottenere si può ripartire per provare a comporre un nuovo puzzle perché “non è più tempo di eroi.”

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