“Visioni: “Pomodoro, lo scultore del teatro”

La scoperta del teatro da piccolo, quando aiutava ad aprire il sipario, i progetti iniziali pensati per pura passione fino alla prima collaborazione con Luca Ronconi. Da allora Arnaldo Pomodoro ha portato nel teatro italiano la visione unica del maggiore scultore italiano, di certo quello più scenografico. Un grande artista – appena scomparso – al quale Rai Cultura rende omaggio con la puntata di “Visioni” di cui era stato protagonista, in onda martedì 24 giugno alle 23.05 su Rai 5. Come la scultura di Pomodoro è sempre stata monumentale e spettacolare, così il suo teatro è un “teatro scolpito” dove lo spazio e il tempo sono le uniche dimensioni importanti per costruire una scenografia, che non cerca alcuna soluzione naturalistica. “Visioni”, segue il suo percorso teatrale partendo da Milano, negli spazi della Fondazione Pomodoro per arrivare fino in Sicilia, dove nell’incredibile spazio teatrale di Gibellina lo scultore ha realizzato grandi opere come l’Orestea insieme all’artista Emilio Isgrò e per concludersi negli spazi del suo Labirinto, l’opera più teatrale che lo scultore ha voluto creare. Intervengono, insieme allo spesso Pomodoro, Antonio Calbi, Emilio Isgrò, la nipote Carlotta Montebello e l’attrice Federica Fracassi.
Un programma di Alessandra Greca, scritto con Emanuela Avallone, Franca De Angelis, Francesca Filiasi, Paola Mordiglia, Mirella Serri, con la regia di Elena Sorrentino.
Un programma di Alessandra Greca, scritto con Emanuela Avallone, Franca De Angelis, Francesca Filiasi, Paola Mordiglia, Mirella Serri, con la regia di Elena Sorrentino.
Pomodoro ha anche insegnato, per un breve periodo, nei dipartimenti d’arte di diverse università statunitensi, tra cui risultano quella di Stanford, quella della California, quella di Berkeley ed il Mills College. Dirige il “Centro TAM” (Trattamento Artistico dei Metalli) per la formazione dei giovani, istituito in collaborazione con il comune di Pietrarubbia in provincia di Pesaro e Urbino nel Montefeltro, dove ha passato gran parte della sua infanzia, dal 1990. Nella sua arte domina un rigoroso “spirito geometrico”, per cui ogni forma tende all’essenzialità volumetrica.
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