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Stasera in TV: La Spezia, gente di Golfo. Di chi è il mare?

Stasera in TV: La Spezia, gente di Golfo. Di chi è il mare?
Di chi è il mare

Guardando l’arco che la costa ligure forma verso ovest, in questo confine tra terra e acqua, viene da chiedersi di chi sia il mare. Una domanda apparentemente strana, alla quale si possono dare infinite risposte. Il mare è dei pesci, dei pescatori, di chi lo attraversa su grandi rotte commerciali, dei poeti che ne ammirano la fascinazione, delle marine che ne presidiano i confini nazionali, di nessuno… oppure è di tutti? C’è un luogo, all’inizio dell’arco ligure, che può aiutarci a rispondere a questi interrogativi: il Golfo di La Spezia. Un luogo raccontato dal documentario in prima visione “La Spezia, gente di Golfo”, di Guido Morandini, in onda domenica 8 maggio alle 22.00 su Rai 5. Proprio qui si possono raccogliere le testimonianze più disparate di uomini e donne che vivono il mare. Tutte le grandi navi che trasportano petrolio, metalli, gas e merci varie, dopo aver attraversato gli oceani, attraccano in questi terminal e depositano lì i prodotti che sono alla base dell’economia nazionale e che riempiranno i supermercati. Gli uomini che lavorano nel porto di La Spezia hanno una loro visione del mare, sebbene contraddittoria: da un lato il senso di sicurezza nello stare con i piedi per terra, dall’altro il desiderio d’imbarcarsi e andare lontano. Ma c’è anche chi il mare lo sceglie per mettersi alla prova e lo fa con lo spirito di servizio nei confronti della patria, avendo come punto di riferimento gli eroi del passato. Il mare come sfida, dunque, come necessità imprescindibile. Lo aveva già capito Cavour che da statista scelse di costruire proprio a La Spezia l’arsenale, con l’idea che nessuna nazione al mondo potesse vivere senza una flotta militare che ne difendesse gli interessi. Il doc si sofferma sulle esercitazioni di uomini eccezionali che, dopo aver superato preliminari duri ed estremamente selettivi, diventeranno incursori della Marina, pronti a dare prova di sé in nome della patria.
Il mare qui è vissuto anche come orto da coltivare: lo dimostrano i miticoltori del Golfo, da 150 anni allevatori di cozze e ostriche, che tra l’altro catturano l’anidride carbonica dall’atmosfera, contribuendo così a combattere il cambiamento climatico. Ne è testimone Paolo Varrella, mitilicoltore, che con il suo allevamento rappresenta un esempio di coltura sostenibile anche a livello marino. Il mare è inoltre fuga: c’è chi lo sceglie come alternativa a una vita di pianura e di monotona routine.
Le mattine d’inverno, sul lungomare tra Lerici e San Terenzio, non è difficile incontrare Sabrina Chiappa, giovane runner che ha fatto una scelta radicale: lasciare un impiego fisso e la vita in una grande metropoli per inventarsi un nuovo lavoro e vivere così accanto al mare.

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