“Ti mando un pacchetto, e ti mando allo stesso tempo un occhio, se non hai completamente dimenticato l’intero volto. Penso che la somiglianza ti colpirà”,
è il Principe di Galles, erede al trono britannico, futuro Giorgio IV, a scrivere queste parole in una lettera del 1785 inviata alla sua amata, dove le chiede di tornare in Inghilterra e le rinnova la proposta di matrimonio.
Invece di un anello di fidanzamento le invia un piccolissimo dipinto in miniatura del suo occhio destro creato dal suo amico, celebre miniaturista, Richard Cosway. Non si sa se fu quel dono a convincere MarieAnne Smythe Fitzherbert, già due volte vedova, comunque sia, dopo poco lei torna a Londra e sposa segretamente il principe. Quella miniatura dell’occhio ispira una moda legata al corteggiamento: gli “occhi degli innamorati”.
Durante il XIX secolo i lover’s eye avevano per lo più una forma ovale e potevano essere spille, anelli e pendenti, tutti con il medesimo soggetto: l’occhio della persona amata. Un unico occhio incorniciato con lamine di metallo, perle o gemme. Questi particolari oggetti divennero anche gioielli da lutto, poiché erano spesso ricordo di persone amate non più in vita. La presenza dell’occhio è sempre e comunque un elemento inquietante e, come direbbe Freud, perturbante. Si verifica una de-strutturazione del corpo, uno smembramento, una castrazione che si avvicina alle forme dell’ex-voto.
Questo tipo di gioiello, nei dipinti della Ronquillo, ritorna sovente. Fatima Ronquillo artista filippina, nata a Pampanga nel 1976, dipinge storie di corpi e intrecci di sogni, interamente incentrati sul gioiello e sui suoi molteplici significati all’interno delle arti visive. Uno dei suoi temi preponderanti è l’amore: un amore caduco che sfocia nel disincanto, nella nostalgia, nella sofferenza.
Amore vissuto a distanza, che lacera il cuore per l’incertezza del ricongiungimento. Gli occhi della Ronquillo sono ovunque: al collo degli effigiati, nelle loro mani, indossati da animali in memoria del proprio padrone, a simboleggiare che il lutto è qualcosa che accomuna tutti gli esseri viventi di questo mondo.
L’artista è completamente rapita dal fascino dei lover’s eye, tanto che afferma:
“L’aspetto surreale dell’occhio di un amante isolato mi attrae tremendamente – l’idea dello smembramento fisico che è il simbolo di una rimozione o di un allontanamento di una persona amata, non diversamente dalle reliquie dei santi nelle vecchie immagini devozionali. Mi ricorda i “milagros” messicani – piccoli ciondoli di diverse parti del corpo usati per aiutare a pregare per la guarigione di braccia o cuori spezzati, o anche occhi. Dal punto di vista compositivo, l’occhio ornamentale incorniciato fornisce un contesto e una ragione per un terzo o quarto occhio fluttuante in un dipinto. È un espediente di presunzione: un ritratto nel ritratto. I segni d’amore come la freccia di Cupido, il billet doux o l’occhio dell’amante sono simbolici della figura rappresentata e della figura assente – l’oggetto/fonte di affetto/cuore spezzato”.
Questi piccoli occhi incorniciati da ciondoli e anelli amplificano la visione dal quadro verso l’osservatore, il quale si ritrova a contemplare mani occhiute, animali agghindati da occhi umani, ritratti da cui si viene scrutati dall’effigiato e dai suoi occhi accessori, che sono comunque gli occhi di un’altra persona, viva o morta che essa sia.
L’occhio accessorio, di splendente bellezza accompagna il lettore dentro il quadro, lo induce a un’osservazione analitica, donandogli una quantità infinita di significati intrinseci e di storie da ascoltare o da raccontare.
Per un approfondimento sui lavori della Ronquillo:
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