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IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO – Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971

Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971

È il 27 gennaio del 1971.
Al cinema spopolano il classico “spaghetti western” Black Killer, diretto da Carlo Croccolo e interpretato niente di meno che da Klaus Kinski, e il dramma Borsalino con Alain Delon, diretto da Jacques Deray. In tv vanno invece per la maggiore i cartoni animati Napo orso capo e Il fantasma bizzarro.

Emilio Colombo, Democrazia Cristiana, è il Presidente del Consiglio di un governo di centro sinistra, che oltre alla DC comprende Socialisti, Repubblicani e Socialdemocratici. Di riforme, tuttavia, neanche l’ombra, di interventi per dare una risposta alla crisi economica, all’inflazione al 10%, alla disoccupazione, alla spaccatura sociale e alla contestazione sempre più radicale, ancora meno. L’immobilismo è pressoché totale, come se tutto fosse come sospeso, congelato in un’inerzia paralizzante. Tutti aspettano le elezioni anticipate ma nessuno le chiede, visto che è appena iniziato l’ultimo anno di Presidenza della Repubblica per Saragat, e quindi si aspettano le nuove elezioni del Capo dello Stato (che ci saranno a dicembre e vedranno vincitore il democristiano Giovanni Leone, dopo ben ventitré scrutini).

Una situazione di stallo e di attesa che equivale a una sorta di governo in teoria in carica ma in pratica sfiduciato, a un vuoto di potere che allarga la voragine della crisi e diventa terreno straordinariamente fertile per il dilagare degli estremismi. Gli entusiasmi degli anni Sessanta, comprese le contestazioni festose e creative del Sessantotto sono acqua passata, sepolte dalla tragedia di Piazza Fontana. La strategia della tensione ha portato terrore e grigiore ma ancora gli anni di piombo veri e propri devono iniziare.

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Una terra di mezzo che ritroviamo anche nel mondo della musica e nei gusti del pubblico. I grandi appuntamenti musicali in tv ad esempio, ci sono ancora e ancora regalano grande spettacolo (l’edizione 1971 di Sanremo, che andrà in scena di lì a un mese, è ricordata giustamente come una delle più ricche di sempre, in termini qualitativi), ma sono all’ultima curva: Canzonissima chiuderà per sempre bottega di lì a poco e il Festival andrà incontro alle edizioni più meste e insignificanti della sua storia.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971La Top Ten di quel 27 gennaio rispecchia questo clima di incertezza all’insegna del “di tutto un po’”. Così al quinto posto troviamo un capolavoro assoluto come Anna di Lucio Battisti (originariamente pubblicata come lato B di Emozioni ma che nei jukebox fu di gran lunga più gettonata), tra le canzoni più innovative della prima fase del cantautore e tra i suoi maggiori successi in assoluto (https://www.youtube.com/watch?v=7D0r-V5NoXQ). Tra l’altro il testo, scritto ovviamente da Mogol, che racconta la paralisi sentimentale di un uomo incapace di innamorarsi di una donna perfetta perché perso nel ricordo di chi non può avere (Anna, per l’appunto), è dannatamente in linea con i tempi.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971Ma quasi a bilanciare la novità assoluta di quella melodia soffusa e dolcissima contrappuntata dal grido di dolore del cantato, la classifica comprende svariati ultra classici melodici: dall’innocente (e decisamente trascurabile) Ahi l’amore che cos’è di Orietta Berti, in nona posizione (https://www.youtube.com/watch?v=fJM8X7sHtVg), all’altrettanto trascurabile Una ferita in fondo al cuore di Mino Reitano, ottava (https://www.youtube.com/watch?v=PkJjQ361Y5o).

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971Oppure, al quarto posto, c’è la scanzonatissima (e irresistibile) Ma che musica maestro, cantata dalla divina Raffaella Carrà come sigla dell’edizione 1970 di Canzonissima (https://www.youtube.com/watch?v=d9xzhmSJPtk), una marcetta senza pretese costruita apposta, come ammesso anni dopo dalla grande showgirl, per nascondere i limiti vocali dell’artista ed esaltarne viceversa le qualità di performer; che coesiste tranquillamente con Tutt’al più, settima posizione, in assoluto uno dei brani più complessi e ambiziosi del repertorio di Patty Pravo, un melò intenso che prevede continue variazioni di tono ed estensione, comprese delle parti recitate, che pure se oggi è sostanzialmente dimenticato è stato il decisivo trampolino di lancio per il salto di qualità dell’interprete nel mondo della canzone d’autore.

 

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971​A rispecchiare in toto la confusione del periodo, sono tuttavia altri due pezzi. Il primo lo troviamo in seconda posizione, dove l’onnipresente Gianni Morandi presenta Capriccio (https://www.youtube.com/watch?v=fv5WzBJ6zjQ), un brano che di per sé non ha niente di speciale, ma è alquanto rappresentativo dello spaesamento del cantante nel suo periodo post beat, durante il quale piombò in una lunga crisi artistica (della quale qui siamo agli esordi) nel corso della quale faticò non poco a trovare la sua strada, provandone diverse con scarsi risultati. Capriccio, al di là del successo del 45 giri, di queste strade sbagliate è una delle prove più lampanti.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971Ma se parliamo di confusione niente può pareggiare il brano che troviamo al terzo posto, Un fiume amaro interpretato da Iva Zanicchi (https://www.youtube.com/watch?v=9uJ6p6AJSW8). La canzone è la cover italiana del brano greco O kaimòs, scritta da Mikis Theodorakis, il quale con “fiume amaro” alludeva all’amarezza che sentiva scorrere dentro di sé per l’avvento, in Grecia, della dittatura dei colonnelli. La versione italiana è tuttavia spogliata di ogni riferimento politico, mentre resta comunque, inevitabilmente, un tono triste e malinconico. Da cui la Zanicchi sentì di dover prendere le distanze con un discorso a suo modo epocale, una sorta di capolavoro dell’assurdo tra qualunquismo e beceraggine:
«Dopo aver inciso un disco con le canzoni di Mikis Theodorakis, anche gli altri autori hanno creduto che il mio genere fosse quello delle canzoni tristi, senza pensare che quelle di Theodorakis erano tetre perché scritte in un momento particolare della sua vita, quando cioè era in carcere… Effettivamente le sue canzoni mi hanno tirato fuori una vena malinconica e triste che non sapevo di avere. Comunque di politica non capisco niente: ho cantato quelle canzoni perché mi sembravano adatte alla mia voce.»
Chapeau.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 27 gennaio 1971Per la nostalgia non costruita, ma autentica e viscerale, basta tuttavia spostarsi al primo posto della Top Ten, dove troviamo il trionfatore di Canzonissima, ovvero un giovanissimo Massimo Ranieri che, con la sua voce imperiosa e potentissima, regala la splendida Vent’anni (https://www.youtube.com/watch?v=_pLz8iPexYI). Un capolavoro senza troppo da aggiungere, capace di coniugare semplicità e intensità, di disegnare in pochi versi la parabola di un’esistenza che ritrova se stessa ricercando il proprio tempo perduto, che guarda alla propria giovinezza con ovvia malinconia ma senza rimpianti, anzi con l’orgoglio di averla vissuta in tutta la sua pienezza.
Ai nostri e vostri vent’anni, un brindisi nel bel mezzo di questo strano inverno!

Ma sono qui, se tu mi vuoi
Amore dei vent’anni miei…

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