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Intervista: Louis Siciliano – “ANCIENT COSMIC TRUTH – A Suite in 4 Movements”

Intervista: Louis Siciliano - “ANCIENT COSMIC TRUTH - A Suite in 4 Movements” Intervista: Louis Siciliano - “ANCIENT COSMIC TRUTH - A Suite in 4 Movements”Louis Siciliano è un Synth performer e compositore che partendo da Napoli ha girato tutto il mondo per compiere un percorso di ricerca musicale che lo ha portato oggi ad essere uno dei nuovi esponenti del “Napule’s Power”, movimento fondato da Renato Marengo.

Il suo nuovo LP, “ANCIENT COSMIC TRUTH – A Suite in 4 Movements” è una suite strumentale che contenente quattro brani strumentali jazz-rock innovativi che mettono insieme i suoni caratteristici della musica elettronica e dei sintetizzatori registrati con strumenti analogici. Un disco che unisce l’antica musica indiana, persiana, cinese e africana con il jazz e i linguaggi musicali attuali.

Lo abbiamo incontrato per una breve intervista:

Louis, il tuo nuovo lavoro è sicuramente incisivo, quasi spiazzante. Quali sono le suggestioni che ti hanno portato a “ANCIENT COSMIC TRUTH – A Suite in 4 Movements”?

Una volta, tanti anni fa, ero con il grandissimo scrittore Franco Cuomo, al quale mi legava un’amicizia fraterna anche se era più grande di me e c’era con noi Carmelo Bene. Ero molto giovane e Carmelo mi chiese “Per te la Musica è una questione di vita o di morte?” Io risposi secco guardandolo negli occhi: “Si!!!”. Quando sei nella Musica 18 ore al giorno da quando avevi 7 anni e per te diventa una questione di vita o di morte, non puoi non essere spiazzante. A me delle trovate televisive, dello share per intenderci, non me ne è mai fregato niente. Oggi hanno ridotto la musica a tappezzeria sonora, muzak che fa da sfondo al gossip, tutti si sforzano di escogitare la trovata. Ecco, tutto all’opposto di questo, per intenderci, una devozione antica al suono, alla Sacra Vibrazione e la voglia di scendere nelle profondità più recondite del linguaggio dei suoni e del nostro inconscio mi ha portato alla realizzazione di questo album. Vorrei ringraziare tantissimo il mio produttore Renato Marengo, storico fondatore del NAPULE’S POWER, Renzo Cresti direttore artistico di MUSICA PRESENTE RECORDS che distribuisce il vinile in tutto il mondo, oltre ad essere presenti su tutte le piattaforme digitali con un focus speciale sulla Cina e tutto l’Oriente e infine Gianni De Mattheis il mio manager che fa in modo che la mia musica possa arrivare in tutti i festival, le rassegne e i concerti in giro per il nostro bellissimo e martoriato pianeta. Senza di loro Louis Siciliano farebbe l’eremita nei boschi più impervi dell’Europa Orientale (Ride).


Quale è il percorso musicale che hai intrapreso per conoscere tante culture musicali e tradizioni differenti?

La propensione al viaggio. Prima di tutto il viaggio in se stessi. GNOTHI SEAUTON (Conosci te stesso) e “conoscerai il mondo” dicevano gli antichi greci. Per la Musica ho ipotecato tutta la mia esistenza. La mia cara nonna Carmela, di Camposano, un ridente paese dell’area vesuviana mi diceva: “Tu devi fare il notaio, hai tutte le carte in tavola. Ascolta il mio consiglio che ti troverai benissimo. Sarai uno stimatissimo notaio”. Ho seguito alla lettera tutte le sue parole ma al contrario, saranno le mie inclinazioni caballistiche: ho iniziato a girare prima l’Europa. Grazie al mio compianto Maestro, Antonio De Santis (fondatore dell’IRCAM di Parigi con Pierre Boulez e pioniere mondiale della computer-music) sono andato a finire non ancora maggiorenne in Olanda a Groningen, poi Vienna, Parigi, Londra, e dopo New York City, San Francisco e da un po’ di tempo Los Angeles che è un po’ la mia seconda casa. Senza parlare dei miei viaggi presso i Pigmei, nell’Africa subequatoriale, dei Griot della Casamances (Senegal), presso i Dogon del Mali. I miei studi legati alla Musica Classica Indiana mi hanno portato a Varanasi sul Gange, ho studiato shehnai con Ustad Ali Abbas Khan, nipote del leggendario Bismillah Khan e il sarangi con il grandissimo Pandit Kanhaiyalal Mishra. Sono uno dei pochi occidentali a far parte della Benares Gharana, la casta dei musicisti di Varanasi. Poi sono stato presso gli sciamani di Tuva per imparare le loro tecniche vocali e ultimamente grazie alla mia collaborazione con l’immenso Giovanni Imparato, straordinario percussionista e potentissimo babalawo della Tradizione Yoruba legata alla Tradizione Culturale Cubana di antichissimo lignaggio africano, sto approfondendo il mio rapporto con la Scienza della pulsazione. Dedico ogni giorno dalle 4/5 ore allo studio, all’approfondimento. Ovunque mi trovi, visto la mia vita da nomade, studio, ricerco, scavo. Ogni giorno scopro di non sapere, diceva qualcuno prima di me. Come ha giustamente detto Gabriele Bombardi, uno dei migliori liutai e restauratori di strumenti musicali che abbiamo in Italia, la mia è una Musica di Viaggio. E il Viaggio e il centro della mia esistenza. L’apha e l’omega di tutto.


A un mese dall’uscita, possiamo stilare un primo bilancio: come è stato accolto il tuo LP?

Abbiamo da qualche giorno vinto l’ambitissimo Award di INDIESHARK che raggruppa i critici musicali più influenti degli Stati Uniti. Abbiamo avuto e stiamo avendo centinaia di recensioni, tutte superpositive in ogni angolo del mondo. Negli Stati Uniti è innegabile il clamoroso successo che sta avendo questo album, tanto è vero che lo hanno accostato alle migliori creazioni di Miles Davis. Mi hanno definito un grande innovatore della Musica. Il che mi onora non poco. Avere un riscontro del genere nella patria del Jazz è davvero una gioia incontenibile. A tale riguardo vorrei ringraziare tutti i musicisti che hanno dato forma alle mie intuizioni compositive legate al linguaggio MUMEx (Music Multiverse Exploration – A New Cosmology of the Sound) che ho elaborato negli ultimi 25 anni:

Alex Acuña, spina dorsale ritmica dei Weather Report e vera e propria legenda vivente.

Randy Brecker, a detta della critica di tutto il mondo uno dei più grandi trombettisti della storia del Jazz.

Claudio Romano, che ha suonato la batteria con il gotha della musica Afroamericana.

E il geniale Umberto Muselli al sax tenore che è stato definito l’erede di Michael Brecker.


Napoli è una città nella quale la spiritualità ha un grande significato. Quanto sei stato influenzato da questo aspetto?

Il più grande insegnamento spirituale che mi ha dato Napoli si chiama Rispetto.

A Napoli non è mai esistito il razzismo anche perché Napoli è una città colta nella sua essenza e quando conosci non temi nulla e nessuno.

A Napoli si è totalmente aperti verso gli altri, perché negli occhi dell’altro c’è una parte di te stesso.

E poi io sono cresciuto con gli anziani. A Napoli c’è un rispetto, un culto degli anziani che solo le grandi civiltà della Via del Cuore conoscono. Dire Napoli è dire solidarietà. Dire Napoli è dire gentilezza.

Sono stufo di vedere Napoli associata con Gomorra, con la delinquenza, col degrado, con la violenza.

Questo marketing del lato oscuro non giova alla città e non giova ai napoletani.

Indubbiamente come in tutti i luoghi su questo pianeta, anche qui si fronteggia la Luce con il Mondo Oscuro ma vi assicuro che la Luce è miliardi di volte molto più potente del Male a Napoli!

Vorrei che Napoli uscisse da questa declassazione nella quale l’hanno impaludata.

Il presente di Napoli, perché non credo nel concetto di futuro, il Qui ed Ora di Napoli è fatto di Cultura, di Musica, di Teatro, di straordinari Artigiani, di una Scuola Medica che ci invidia tutto il mondo dai tempi di Federico II, di una cucina che è la sintesi millenaria delle migliori prelibatezze del mediterraneo, dell’altissima ed elegantissima sartoria, dei suoi prodotti agroalimentari, dei suoi vini, della sua gente straordinaria. Napoli oggi è questo ed io come ambasciatore del NAPULE’S POWER nel mondo, sono fiero di portare in giro il suo Sound e la sua millenaria tradizione musicale che è terapeutica, curativa in un mondo dilaniato da guerre senza senso e da una violenza inaudita. Napoli è Pace. Napoli è sorriso. Forza Napoli!

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