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Oggi in Radio: La Cina guarda in alto a “Radio3Mondo” – Anna Maria Giordano ne parla con Michelangelo Cocco

Oggi in Radio: La Cina guarda in alto a "Radio3Mondo" - Anna Maria Giordano ne parla con Michelangelo Cocco Oggi in Radio: La Cina guarda in alto a "Radio3Mondo" - Anna Maria Giordano ne parla con Michelangelo CoccoLa Cina è pronta a ratificare il suo 14° piano quinquennale. Cosa c’è da aspettarsi dalla sua ultima road map economica? Nonostante i progressi sui suoi obiettivi climatici, la Cina è il colosso delle emissioni globali e produce più CO2 degli Stati Uniti e dell’Europa messi insieme. Il prossimo piano quinquennale avrà un impatto sulla politica energetica del paese?
Quel che è certo è che la Cina punta in alto, molto in alto. Lo scorso martedì Pechino e Mosca hanno firmato un memorandum d’intesa sulla costruzione congiunta di una stazione internazionale di ricerca lunare. La stazione sarà costruita sulla superficie o nell’orbita della luna e diventerà una base completa per esperimenti a lungo termine e autonomi.
Nel frattempo, Pechino e Washington aprono un canale negoziale: non è più la diplomazia del ping pong, ma potrebbe aprirsi l’era della diplomazia della “pesca al salmone”, visto che due inviati d’alto rango di Pechino, Yang Jiechi e Wang Yi, potrebbero incontrarsi faccia a faccia con le loro controparti americane ad Anchorage, in Alaska.
La Camera dei Rappresentanti USA intanto approva il più grande piano assistenziale dai tempi di Franklin Delano Roosevelt: 1.900 miliardi di dollari per un piano di aiuti di emergenza pandemico che espande di molto la rete di sicurezza sociale del paese. Il nuovo pacchetto welfare di Biden segna forse la fine di quarant’anni di Reaganesimo?
Venerdì 12 marzo Anna Maria Giordano ne parlerà alle 11 a “Radio3Mondo” con Michelangelo Cocco, cofondatore del Centro Studi sulla Cina contemporanea e autore del libro “Una Cina perfetta”.
Il 14 marzo 2021 allo Staples Center di Los Angeles si terrà la 63ª edizione dei Grammy Awards. Lo scorso anno la categoria World music è stata ribattezzata Global music, per togliere il connotato “colonialista” che alcuni critici avevano sollevato contro la categoria. Rinominare la categoria world music fa però poco per sistemare il suo modello di esclusione, che ha derubato il pubblico di talenti veramente globali, scrive Ian Bremmer del Guardian, che ricorda come in 38 anni di storia quasi due terzi delle nomination provengono da soli sei paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Brasile, Mali, Sudafrica, India) e solo 12 nazioni hanno avuto un artista vincitore. Quest’anno come andrà?

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