Da sempre i governanti arabi si sono rimpallati la questione palestinese, talvolta come una patata bollente, talvolta come lo stendardo che avrebbe legittimato il loro regno o la loro repubblica. E anche in occasione di quest’ultima ondata di violenza che ha coinvolto tutti, palestinesi di Cisgiordania e Gaza, arabo-israeliani ed ebrei-israeliani, i governanti arabi non sono stati da meno. Le azioni israeliane ad Al Aqsa hanno scatenato l’indignazione di tutto mondo musulmano sunnita, poiché il sito è uno dei più religiosi dell’Islam. La monarchia Saudita, ad esempio, ha condannato gli attacchi compiuti dalle forze israeliane ad Al-Aqsa e ha esortato la comunità internazionale a ritenere Israele responsabile dell’escalation degli eventi. Riyad ha chiesto ufficialmente la cessazione immediata di ogni esacerbazione che viola i patti e i trattati internazionali. Ma quanto le altisonanti parole delle monarchie del Golfo corrispondono ai fatti? Come gli accordi di Abramo firmati dagli Emirati Arabi, e i colloqui sottobanco con i sauditi, incidono sulla questione palestinese? E, viceversa, come queste violenze cambiano i rapporti Tel Aviv- Riyad – Abu Dhabi? Anna Maria Giordano affronterà il tema nella puntata di “Radio3Mondo” in onda mercoledì 12 maggio, alle 11.00 su Radio3, con Cinzia Bianco, ricercatrice esperta di Golfo e penisola arabica per lo European Council on Foreign Relations. Anche l’Iran ha condannato le violenze e Ali Akbar Velayati, un consigliere anziano del leader della rivoluzione islamica, ha detto che sostenere la Palestina è la massima priorità della politica estera di Teheran. In realtà l’Iran però guarda a occidente: lontano, verso Washington, e più vicino, verso l’Iraq. Di questo si discuterà con Luciana Borsatti, giornalista e autrice del libro “L’Iran al tempo di Biden” (Castelvecchi, 2021) e “L’Iran al tempo di Trump” (Castelvecchi, riedizione 2020).
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