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Oggi in tv l’appuntamento è con La Venere di Milo

La “stella” del Louvre

Oggi in tv l’appuntamento è con La Venere di Milo

Riprodotta, copiata, distorta, contraffatta. Lei – la Venere di Milo, una stella del Museo del Louvre – resta uno degli enigmi più belli del mondo dell’arte: un canone di bellezza classica, un corpo sorprendentemente sensuale, un’aura accresciuta dai molti misteri che circondano la storia della sua creazione. Una statua protagonista del documentario di Natacha Giler “La Venere di Milo” – prodotto da Yuzu Productions in coproduzione con Anemon Productions, Arte France, Cosmote, Svt – in onda venerdì 19 aprile alle 19.30 su Rai 5.
Da Auguste Rodin a Jim Dine, da Salvador Dalì a Beyoncé, da Buster Keaton a Brigitte Bardot, attraverso gli occhi dei suoi ammiratori, le parole degli esperti, i progetti degli artisti e le rivendicazioni femministe, questo film racconta la storia della Venere fin dal suo ritrovamento in Grecia nel 1820. Sebbene porti il nome della sua isola di origine, è a Parigi che la Venere diventa una diva. Il suo arrivo al museo del Louvre nel 1821 suscita scalpore. Da ideale di bellezza classica, ma al tempo stesso conturbante per la sua enigmatica mutilazione, passando per le interpretazioni che le sono state date dalle diverse correnti artistiche – dal romanticismo al surrealismo, fino all’arte pop e alle riproduzioni postmoderne – la Venere di Milo ha assunto nel tempo valori e significati sempre diversi, riuscendo a rappresentare anche le donne di oggi.

La Venere di Milo risale al 130 a.C. circa: è dunque un’opera ellenistica, sebbene si tratti di una scultura che fonde i diversi stili dell’arte del periodo classico.

Venne ritrovata spezzata in due parti nel 1820 sull’isola greca di Milo in un suo terreno da un contadino talvolta indicato come Georgios Kentrotas, altrimenti come Kentrotas e più raramente come Botonis, di mestiere un “valutatore del valore dei campi”, cioè qualcosa come un mediatore dell’epoca. Kentrotas nascose l’opera che fu però sequestrata da ufficiali turchi.

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