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Recensione: Carmi – La poesia è un modo di vivere

Recensione: Carmi - La poesia è un modo di vivere Recensione: Carmi - La poesia è un modo di vivere

Carmi
Odilon-Jean Périer
Tradotto da Ilaria Guidantoni
Lorenzo De Medici press

La casa editrice Lorenzo De Medici ci offre la grande opportunità di poter leggere una silloge poetica di rara grazia, opera di Odilon-Jean Périer, il poeta belga nato nel 1901 a Bruxelles e vissuto per un tempo troppo breve per assurgere alla fama che meritava, ma abbastanza lungo per lasciare versi di una luminosa bellezza, tali da non poter essere ignorati. La raccolta ha il titolo Carmi – dal latino carmen, canzone, poesia solenne – titolo che è stato suggerito dalla curatrice del volume, la scrittrice, giornalista e traduttrice Ilaria Guidantoni, a voler sottolineare la musicalità e la potenza dei versi dell’autore.

La Guidantoni nell’introduzione all’opera ci guida alla lettura e alla scoperta del giovane poeta, delineando con grande chiarezza la sua poetica.

Un poeta dimenticato, vissuto forse troppo poco e in un’epoca così di passaggio nonché sotto un uragano che non è riuscito a incidere sulla pietra il proprio nome, così esordisce la Guidantoni e già possiamo assaporare il mistero di un animo sensibile, segnato da un destino che ne ha decretato la fine prima ancora che potesse raggiungere l’età adulta, questo poeta ragazzino, la cui vena ribelle è leggera e profonda e il suo anticonformismo non è necessariamente contro, ma al di là, anche delle mode delle avanguardie e delle rivoluzioni.

Odilon-Jean Périer è infatti morto a soli ventisette anni, a causa di una pericardite reumatica, conseguenza di una malattia contratta durante il servizio militare. Muore un anno dopo le nozze, dopo aver scritto già molto ed aver dato prova di grande talento non solo nella scrittura ma anche nelle arti pittoriche. Oltre ai versi ha lasciato un solo romanzo d’ispirazione dadaista, Le Passage des anges, il cui tema sembra aver fornito al regista Wim Wenders la suggestione per creare il famoso film Il cielo sopra Berlino.

Eppure, addentrandoci nella lettura, l’impressione che si ha è quella di avere di fronte un uomo completo, maturo, che ha assaporato la vita, godendo a pieno delle sue gioie e delle sue meraviglie, pur conoscendone anche gli aspetti più oscuri. Sono componimenti per lo più brevi, che ricordano la poesia francese di fine ’800, che ha caratterizzato il Simbolismo: le percezioni sensoriali prendono il sopravvento sulla realtà, che pur è presente, ma filtrata dall’animo sensibile del poeta che la vive come accompagnato da una musica che dà il ritmo alle parole.

Nei versi del Périer la grande protagonista è la natura, una madre benigna che accompagna il quotidiano:

Il verso elettrico ondeggia e lascia andare i propri fili.
Tutto si sdoppia.
Si parte.
Sull’angolo acuto
e l’angolo retto
sotto il fogliame
scivolo:
la neve mi rende scaltro.

Non appena si rivela
con chiavi, ogive
occhi e leve
il sistema delle volte,
il camminatore-tipo riflette,
ama il passato, e constata
il bagliore gotico del giardino.
Delle porte in sequenza si innalzano una sull’altra:
neve e nuvole
mescolate.
Foreste di tigli;
periferia-con-olivi.
Ricreazione:

 

Sentite anche voi la musica? Riuscite a vedere la neve, le nuvole, il tiglio? E il sacro unito al profano, attraverso l’immagine del camminatore-tipo?

I versi di questo troppo poco, a mio parere, conosciuto poeta comunicano a voce alta, lanciano richiami, emozioni e visioni, che solo chi ha dimestichezza anche con la pittura può suscitare.

La natura è la neve, è Il Monte Bianco, che questa sera è verde, …abbandona/alle giovani pendenze confuse/una valanga…, sono la rugiada e la brina, le peonie sublimi, la mezzanotte pallida. Ma nella natura è presente anche e soprattutto l’uomo-poeta, il giovane uomo che si perde, s’esalta, /e il suo amore è sul mondo/come una cosa pericolosa.

E troviamo e conosciamo così il ragazzo Odilon-Jean che ha ansia d’amore, che va a caccia di lepri, che prende la pipa di brugo rossa/come i boschi di autunno e la imbottisce di tabacco forte. Ci sono le case, le stanze, ricorrente è la citazione della camera Questa camera ha essa stessa delle virtù segrete. /Non mi disingannate: trattenuto dal suo odore/trovo nel vostro sangue uno strano vigore, che rappresenta il luogo dell’intimità, dove si può gioire e soffrire al riparo dagli sguardi degli altri.

Ogni carme si contraddistingue per essere lieve e incisivo, poiché lascia comunque una traccia nell’animo del lettore.

Come scrive Ilaria Guidantoni, Périer È sicuramente poeta della vita e la poesia che è la sua espressione perché comporre versi è un modo di vivere, dev’essere semplice per tutti…

Chiudendo questo libro, la cui lettura ho centellinato per poterla gustare in un tempo lungo, ho pensato che tutti dovremmo leggere più poesia, per entrare in contatto con noi stessi e con i colori del mondo che a volte, per fretta e per i troppi rumori, non riusciamo a vedere.

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