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Recensione: “Il teorema del maiale” – Semplicemente un’altra angolazione

Recensione: "Il teorema del maiale" - Semplicemente un’altra angolazione Recensione: "Il teorema del maiale" - Semplicemente un’altra angolazioneMolto spesso ci ritroviamo nel lavoro e nella vita in situazioni di apparente impasse, soffocati da oneri e doveri che ci appaiono insormontabili e che ci conducono in uno stato di conflitto interiore e frustrazione.

Il teorema del Maiale di Pete Lindsay e Mark Bawden, edito da De Agostini,  assimila questa condizione molto frequente, alla lotta con un maiale, che ci trascina con sè nel porcile e ci infanga, impedendoci di fare altro che non sia lottare strenuamente con l’animale per emergere dal caos.
La genesi del teorema, che si articola in varie fasi, da seguire rigorosamente per aggirare in qualche modo la
possibilità di questa lotta vana con il maiale, nasce da un celebre aforisma di George Bernard Shaw, citato nell’introduzione al saggio: “ho imparato tanto tempo fa a non fare la lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e soprattutto, ai maiali piace”.

Indubbiamente non esiste un nemico da combattere nella realtà quotidiana, ma la metafora è calzante nella misura in cui noi stessi siamo l’ostacolo più grande ai cambiamenti a causa delle nostre resistenze psicologiche.
Gli autori dunque ci mostrano un metodo scientifico per risolvere situazioni di impasse e problemi che possono apparirci insormontabili.
La soluzione ai problemi consiste nel modificare la maniera di “incorniciare” e “posizionare” i problemi nella nostra quotidianità.

Il testo è semplice, brillante e fruibile ma indubbiamente punta tutto su una strategia motivante impersonale, tipica del coaching che in sostanza fornisce solo uno spunto superficiale sulla possibilità di cambiamento.
Strategie cognitive di questo tipo non tengono naturalmente conto del vissuto, del bagaglio di resistenze e blocchi emotivi, che hanno grande importanza nell’atteggiamento funzionale e relazionale di ogni individuo.

Nell’era della velocità e del “tutto e subito”, a ogni modo, è coerente che un testo del genere ci inviti con semplicità a osservare i problemi da un’altra angolazione.

Peccato che spesso la scelta di optare per una visione diversamente angolata non sia, come suggerisce il testo, facilmente alla nostra portata, ma può essere realizzata solo per mezzo di un lavoro psicologico che consideri la nostra interezza emotiva e cognitiva e che ci porti a comprendere i nostri automatismi e i nostri limiti umani.

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