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Recensione: “Racconti dell’Io” – Sognare per rendere sopportabile ciò che non lo è

Recensione: "Racconti dell’Io" - Sognare per rendere sopportabile ciò che non lo è Recensione: "Racconti dell’Io" - Sognare per rendere sopportabile ciò che non lo èRacconti dell’Io
di Valerij Brjusov
a cura di Giovanna Spendel
Edizioni PaginaUno

La lettura dei “Racconti dell’Io”, di Valerij Brjusov, non lascia certo indifferenti e, come ogni libro che scava in profondità e tira fuori tutto l’inconscio, fa riflettere sulla natura intima di ciascuno di noi e di coloro che ci stanno intorno. Secondo la psicologia, l’io è quella struttura che permette il contatto e i rapporti con la realtà sia interna che esterna e non a torto questi racconti sono stati considerati precursori della psicoanalisi.

“Nella vita siamo attori, e non tanto la viviamo, quanto piuttosto immaginiamo di viverla
”, afferma Elizaveta-Ekaterina, uno dei personaggi, in sintonia con la filosofia espressa nelle opere di Pirandello o Svevo, i quali vissero come Brjusiov tra Ottocento e Novecento e quindi in un’epoca tormentata da fatti storici drammatici.

Con la convinzione che “l’uomo nella sua natura è malvagio”, il protagonista di uno dei racconti, crede perennemente che “il sogno è da considerarsi alla stregua della vita reale” e che il piacere più grande possa nascere solamente dalla “contemplazione delle sofferenze altrui”.

Non c’è da stupirsi, dunque, che questi racconti, il cui filo conduttore è la perversione umana, suscitassero, appena pubblicati, molte polemiche.

A distanza di un secolo, possiamo senz’altro affermare che la loro lettura provoca ancora turbamento, ma, arrivati alla fine ciò che percepiamo è un sospiro di sollievo. Come solo i grandi capolavori sanno fare, questi racconti, infatti, c’intrigano a tal punto che, quando arriviamo all’ultima pagina, abbiamo la sensazione di essere scampati a un pericolo: il pericolo di possedere un’immaginazione tanto fervida da portarci a confondere realtà con fantasia e di farci somigliare un po’ ai personaggi inquietanti dei nove racconti contenuti nella raccolta.

Ciò che resta dalla lettura dei “Racconti dell’Io” è la consapevolezza che molto spesso ci affidiamo ai sogni per rendere sopportabile ciò che in realtà non lo è e in quest’ottica Valerj Brjusov è un vero maestro!

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