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ROMAEUROPA FESTIVAL: al via domani la XXXVIII edizione con “Ukyo-e” di Sidi Larbi Cherkaoui

ROMAEUROPA FESTIVAL: al via domani la XXXVIII edizione con "Ukyo-e" di Sidi Larbi Cherkaoui ROMAEUROPA FESTIVAL: al via domani la XXXVIII edizione con "Ukyo-e" di Sidi Larbi CherkaouiCelebrare l’essere umano, la sua capacità di reagire alle continue mutazioni e fratture del presente, attraversare una geografia fluttuante di suoni, immagini, movimenti: è con questo invito che Ukiyoe di Sidi Larbi Cherkaoui e Ballet du Grand Théâtre de Genève inaugura, il 6 e il 7 settembre nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, la trentottesima edizione del Romaeuropa Festival.

Lo spettacolo inaugurale firmato dal grande coreografo fiammingo appare come una bussola per orientarsi all’interno del programma del REF2023, articolato dal direttore generale e artistico Fabrizio Grifasi sotto il titolo Le geografie del nostro tempooltre due mesi di programmazione (dal 6 settembre al 19 novembre) per sfumare i confini tra musicateatrodanzanuovo circoarti digitali e creazione per l’infanzia, essere luogo di incontro e crocevia di culture e discipline, interrogare il patrimonio contemporaneo, indagare le nuove frontiere della ricerca artistica costruendo reti di collaborazioni internazionali.

La prima nazionale di Ukiyo-e è realizzata, non a caso, con il sostegno della Repubblica e del Cantone di Ginevra, della Città di Ginevra e dell’Istituto Svizzero per la presenza delle danzatrici e dei danzatori del celebre Balletto ed è presentato nell’ambito del focus dedicato alla creazione artistica fiamminga articolato grazie alla partnership triennale avviata con Flanders State of The Art. Lo spettacolo rappresenta, inoltre, il primo appuntamento del percorso che il REF2023 dedica alla grande danza contemporanea con Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, progetto con il quale la celebre maison sostiene la creazione coreutica e di cui Romaeuropa è, per il secondo anno, unico partner italiano.

La settimana inaugurale del festival prosegue il 10 e l’11 settembre (ancora nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”) con la prima nazionale di EXIT ABOVE – after the tempest nuova produzione di Anne Teresa De Keersmaeker e della sua compagnia Rosas e il 12 settembre con il live Tomorrow Comes the Harvest del leggendario Jeff Mills con Jean-Phi Dary e Prabhu Edouard (apertura concerto di Raffaele Attanasio).

IMMAGINI DEL MONDO FLUTTUANTE | Nuovo direttore artistico del Ballet du Grand Théâtre De GenèveSidi Larbi Cherkaoui ha costruito Ukiyo-e non solo come un invito ad esplorare la bellezza creata dall’essere umano ma anche come il districarsi di un insieme di connessioni che disegnano una mappa fatta di linguaggi ed estetiche, incontri e dialoghi, comunità e cooperazione. Per dare vita a questa meditazione il coreografo ha scelto di rivolgersi al Giappone e in particolare all’“Ukiyo-e” (letteralmente: immagini del mondo fluttuante) stile artistico sviluppatosi durante la così detta era Edo (1603-1868). Uki(fluttuante) yo(mondo) è espressione di un nuovo stile di vita leggero, fugace, noncurante ma non meno melanconico, riflesso delle nuove classi sociali di città come Edo (attuale Tokyo), Osaka e Kyoto capaci, a loro modo, di distaccarsi dalla rigidità del sistema feudale che permeava il resto del paese radunandosi intorno ai teatri, ai luoghi del piacere, alla natura, alla moda e ben rappresentate nelle celebri stampe serigrafiche che influenzarono i grandi pittori francesi dell’Ottocento (Degas, Manet, van Gogh). «L’Ukiyo-e è una forma democratica di rappresentare il mondo, di creare qualcosa che rimarrà per sempre. Come nella coreografia, la riuscita dell’opera è affidata al gruppo di persone che lavora insieme. Penso sia una rappresentazione perfetta del modo in cui lavoro» spiega Cherkaoui.

18 interpreti in scena e una crew internazionale danno vita ad una coreografia impetuosa articolata nell’universo di colori dei costumi disegnati da Yuima Nakazato o del movimento delle scale realizzate dallo scenografo newyorkese Alexander Dodge. Fluttuante e continuamente in movimento, questo elemento architettonico, ispirato alle geometrie di Escher, rafforza l’idea di sospensione che attraversa l’intera pièce. Spiega ancora il coreografo: «Spesso le mie scenografie mutano di forma e di significato. In questo caso le scale disegnate con Dodge divengono metafora di questa sensazione di galleggiamento. Vengono spinte diventando delle barche, un’unica grande nave, un porto, un tempio, delle pareti che ci rinchiudono o che ci tengono al sicuro». Al centro di questo spazio il dialogo con la musica affidato al franco-vietnamita Alexander Dai Castaing, al polacco Szymon Brzóska, alla cantante Kazutomi «Tsuki» Kozuki e al maestro del Taiko Shogo Yoshii.

«Ho chiesto a Szymon Brzóska di comporre pensando alle tensioni che ci sono nel suo paese. La musica è così diventata complessa, una sorta di Stravinskij con una dinamica in grado di metterci a disagio. Poi ho chiesto ad Alexander di lavorare con degli elementi naturali come il vento e il mare, una natura pericolosa ma allo stesso tempo rassicurante. (…) Shogo Yoshii, invece, ha lavorato a lungo con i Kodo ed è stato uno dei più importanti percussionisti giapponesi. Ha studiato le canzoni di diverse isole del Giappone, canzoni che provengono da luoghi distanti tenute insieme nel suo corpo. (…) È eccitante giocare con queste differenti canzoni tradizionali e immergerle nell’elettronica, lasciarle dialogare con la musica classica occidentale o contemporanea. Credo sia necessario osare, collegare idee più grandi e ho cercato di sfidare i compositori a pensare in modo più ampio» continua Cherkaoui. Perchè Ukiyo-e non è solo un omaggio alla cultura giapponese, ma l’immagine del personale “mondo fluttuante” che da sempre ispira il coreografo fiammingo: «guardare questo mondo che fluttua è come guardare il mare» continua «vorrei che il pubblico sentisse la sua pace, capisse che non sta cercando di dirci nulla se non che tutto è destinato a cambiare, (…) Ukiyo-e è come una cerimonia carica di speranza. Ci invita ad una posizione di contemplazione e di ascolto».

Il debutto di Sidi Larbi Cherkaoui come coreografo è avvenuto nel 1999 con il musical contemporaneo di Andrew Wale, Anonymous Society. Da allora, il coreografo e danzatore fiammingo, ha realizzato oltre 50 pièce aggiudicandosi numerosi premi, tra cui due Olivier Awards, tre Ballet Tanz come miglior coreografo (2008, 2011, 2017) e il Premio Kairos (2009) per il suo talento artistico e la sua ricerca del dialogo interculturale. La pluripremiata produzione nata dall’incontro con l’artista Antony Gormley e i monaci Shoalin continua ad essere ospitata con enorme successo in tutto il mondo.

Dopo la prima pièce commissionata in Nord America, Orbo Novo (Cedar Lake Contemporary Ballet) e una serie di duetti come Faun (che ha debuttato al Sadler’s Wells come parte di In the Spirit of Diaghilev) e Dunas con la ballerina di flamenco María Pagés (entrambi del 2009), ha fondato la sua compagnia Eastman, residente al DE SINGEL International Arts Centre di Anversa. Nel 2015 ha diretto la sua prima produzione teatrale Pluto basata sulla pluripremiata serie manga di Naoki Urasawa e Takashi Nagasaki al Bunkamura di Tokyo, portando in scena l’amato personaggio manga Astro Boy, e ha curato i movimenti per l’Hamlet di Lyndsey Turner con Benedict Cumberbatch al Barbican Centre di Londra. A partire dal 2015 è stato direttore artistico del Royal Ballet Flanders per il quale ha creato Fall (2015), Exhibition (2016) e Requiem (2017). Nel 2018 ha firmato le coreografie per il celebre video del brano Apeshit di Beyoncé e Jay-Z girato al Louvre e nel 2019 si è aggiudicato una nomination ai Tony Award con il suo debutto coreografico a Broadway per lo spettacolo musicale di Alanis Morissette. A partire dalla stagione 2022-2023, Sidi Larbi Cherkaoui dirige il Balletto del Grand Théâtre de Genève.

Oggi tra i più acclamati e conosciuti coreografi al mondo, ha attraversato la storia del Romaeuropa Festival: nel 2003 al Teatro Valle la presentazione del suo Foi seguita nel 2004 da Tempus Fugit, quindi la collaborazione con Akram Khan nel 2007 per Zero Degree, quella con María Pagés nel 2009 per Dunas, e il più recente Fractus V presentato al REF2017.

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