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Stasera in tv 5000 anni e più. La storia dell’umanità”

Amerigo Vespucci: il nome del mondo nuovo

Stasera in tv 5000 anni e più. La storia dell'umanità"

La spedizione di Vespucci è meno nota di quella di Colombo, eppure, il continente americano prende il nome dal banchiere ed esploratore Amerigo Vespucci. Ma qual è la verità su un italiano quasi sconosciuto: era un impostore, come alcuni hanno affermato in seguito, o un audace navigatore che per primo riconobbe l’importanza della scoperta di Colombo? Un interrogativo al centro del nuovo appuntamento con Giorgio Zanchini e “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità” in onda martedì 7 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Banchiere fiorentino, inviato a Siviglia nel 1491 dalla casa dei Medici per cui lavorava, Vespucci incontrò Colombo e contribuì a finanziare una spedizione per raggiungere l’Asia lungo la rotta occidentale. Fino alla morte, Colombo rimase convinto di essere sbarcato in India, ma Vespucci decise di verificare di persona. Il suo resoconto su questo straordinario viaggio, “Mundus Novus”, fu un bestseller dell’epoca e, da esperto cartografo documentò gran parte della costa sconosciuta. Nel 1507, il cartografo tedesco Martin Waldseemüller compilò una mappa mondiale in cui annotò un nome su questo nuovo continente: America. Insieme a Giorgio Zanchini, in studio, Alessandro Vanoli.

Amerigo Vespucci osservava attentamente il cielo, e la notte del 23 agosto del 1499, durante il suo secondo viaggio scrisse:

«In quanto alla longitudine dico che per conoscerla incontrai moltissima difficoltà che ebbi grandissimo studio in incontrare con sicurezza il cammino che intraprendemmo. Tanto vi studiai che alla fine non incontrai miglior cosa che vedere e osservare di notte la opposizione di un pianeta con un altro, e il movimento della luna con gli altri pianeti, perché la Luna è il più rapido tra i pianeti come anche fu comprovato dall’almanacco di Giovanni da Monteregio, che fu composto secondo il meridiano della città di Ferrara concordandolo con i calcoli del Re Alfonso.»

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