Vai al contenuto

Stasera in tv appuntamento col documentario

“Qualcosa che vive e brucia”

Stasera in tv appuntamento col documentario

Uno sguardo sul presente dell’Europa, filtrato attraverso la carta sottile delle lettere dei condannati a morte della Resistenza: commoventi atti di commiato dalla vita e dai propri cari che spesso divengono dei veri testamenti spirituali, ancora oggi alla base degli ideali più puri capaci di restituire significato all’immagine di un’Europa unita. Storie raccolte da Giovanni Donfrancesco in “Qualcosa che vive e brucia”, in onda sabato 20 aprile alle 22.45 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.

L’idea originaria del libro venne a Piero Malvezzi che, coadiuvato da Giovanni Pirelli, lo propose a vari editori, che rifiutarono la pubblicazione, in un momento del secondo Dopoguerra nel quale non si reputava interessante una certa memorialistica resistenziale. I due curatori erano entrambi ex alpini e partigiani. Finalmente, nel gennaio 1952 l’opera uscì da Einaudi, dopo due anni di ricerche documentarie per tutta l’Italia, con prefazione di Enzo Enriques Agnoletti.

La raccolta ebbe, inaspettatamente, subito un grande successo di pubblico e di critica. La terza edizione, già del giugno 1952, raccoglie le lettere di 132 caduti, presentandosi come un significativo ampliamento rispetto alla prima edizione, in quanto raccoglie ulteriori testimonianze di trenta caduti che non erano presenti nella prima edizione. La terza edizione contiene anche cinque tavole fuori testo, costituite da riproduzioni fotografiche di documenti come la lettera di Walter Fillak che è posta in apertura del libro.

Con perizia filologica, per ogni caduto sono indicate anche notizie essenziali della sua vita e delle circostanze della morte. Fanno eccezione i primi sei, indicati come “Ignoto”, per i quali manca ogni cenno biografico.

Il criterio di selezione delle lettere è molto stretto nella sostanza, anche se sono stati inclusi alcuni casi ritenuti assimilabili dai curatori: ad esempio resistenti che, sottoposti a torture, si uccisero per evitare di confessare.
Un appuntamento assolutamente da non perdere.

Autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend