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Stasera in tv appuntamento con Omaggio a Dino Ciani

“Romeo e Giulietta” e il Concerto n.5 di Prokofiev

Stasera in tv appuntamento con Omaggio a Dino Ciani

In occasione dei 50 anni dalla morte del pianista Dino Ciani (6 giugno 1941 – 27 marzo 1974) Rai Cultura propone la suite dall’opera “Romeo e Giulietta” e il Concerto n. 5 in sol maggiore per pianoforte e orchestra op. 55 di Sergej Prokofiev da lui eseguito all’Auditorium del Foro Italico di Roma, in onda mercoledì 27 marzo alle 18.05 su Rai 5. Orchestra Sinfonica di Roma della Rai è diretta da Claudio Abbado.

Rientrando definitivamente in Russia alla fine del 1932 Prokof’ev sperava di poter scrivere liberamente le proprie opere. In realtà si scontrò ben presto con una situazione culturale imprevista che, con i suoi esponenti ufficiali, contrastò il musicista accusandolo di individualismo e di arte avvizzita. Le autorità sovietiche, nonostante il successo del Tenente Kijé, ebbero parole durissime per il Canto sinfonico per cui il compositore cercò allora di attenersi alle perentorie richieste di musica facile e melodica. Nel contempo il Teatro Kirov di Leningrado, su suggerimento del drammaturgo Adrian Piotrovskij, aveva chiesto a Prokof’ev la composizione di un balletto tratto da Romeo e Giulietta di Shakespeare. Al libretto inizialmente lavorò lo stesso Prokof’ev con l’aiuto dell’amico Sergej Radlov, studioso delle opere del drammaturgo, adattando la tragedia; in seguito venne ulteriormente elaborato anche con Piotrovskij e dal coreografo Leonid Lavronskij; insieme crearono un balletto in quattro atti e dieci scene di cui Prokof’ev terminò la partitura nell’estate del 1935 e l’orchestrazione nel settembre 1936.

Il maggior problema che gli autori riscontrarono fu il finale; la direzione del Teatro Bol’šoj e Radlov volevano infatti un finale lieto, cosa che fu definita da Prokof’ev “un bocconcino di barbarie”. Le esigenze erano, oltre che ideologiche, anche coreografiche, poiché, come scusa, fu detto che i vivi possono danzare mentre i morti no. Il musicista però sapeva bene che la danza poteva realizzare insieme alla musica espressioni intense.

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