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Stasera in tv appuntamento con Passato e presente

Il Sacro Graal

Stasera in tv appuntamento con Passato e presente

Uno dei più affascinanti miti del passato, il Santo Graal. Forse una pietra, un piatto o un calice, ma comunque dotato di un potere straordinario, capace perfino di dare l’immortalità. Un simbolo leggendario che il professor Franco Cardini analizza con Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 31 marzo alle 20.30 su Rai Storia. Il mito viene messo su carta per la prima volta dal poema Perceval o il Conte du Graal, dello scrittore francese Chrétien de Troyes, composto alla fine del XII secolo. Si tratta di un vero e proprio successo che verrà replicato con numerose varianti per tutto il Medioevo. Dopo qualche secolo di scarso interesse, se non di vero e proprio oblio, il tema del Graal torna alla ribalta con Richard Wagner e la sua opera Parsifal. Ma come nasce il mito del Graal? E perché è definito santo? Qual è il significato più attendibile di questa antica leggenda che, tra poemi rivisitazioni e mistificazioni, arriva intatto con il suo mistero fino a oggi?

Il Graal appare per la prima volta sotto forma letteraria nel Perceval ou le conte du Graal di Chrétien de Troyes (XII secolo). In questo racconto il Graal non viene definito “sacro” e non è ancora identificato col Calice contenente il Sangue di Cristo. Non si sa neppure di preciso che forma abbia perché Chrétien, descrivendo il banchetto nel castello del Re Pescatore, dice semplicemente che «un graal antre ses deus mains / une dameisele tenoit» («un graal tra le sue due mani / una damigella teneva») e descrive le pietre preziose incastonate nell’oggetto d’oro. Il Graal viene citato di nuovo in una delle scene finali, quella in cui un eremita rivela a Perceval che il Graal reca un’Ostia, nutrimento spirituale, per il padre del Re Pescatore.

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