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Stasera in tv arriva Sciarada. Il circolo delle parole

Francesco Petrarca e la lingua del Canzoniere

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“Nella sua carriera di letterato, Petrarca ebbe a che fare molto di più con il latino che con l’italiano e con il fiorentino. E non pensava affatto, a differenza di Dante, che il volgare fosse la lingua che avrebbe diffuso il sapere e la cultura fra i ceti borghesi. Petrarca, al contrario, era convinto che la gloria gli sarebbe arrivata grazie alle opere scritte in latino. Ma scelse il volgare per scrivere quello che è considerato il primo libro di versi della poesia italiana, un Canzoniere, cioè una raccolta di componimenti lirici legati da un unico filo conduttore”. Così lo storico della lingua italiana Giuseppe Patota nello Speciale interamente girato all’Accademia Nazionale dei Lincei a Roma “Francesco Petrarca e la lingua del Canzoniere”, giovedì 17 aprile alle 20.30 su Rai 5 per “Sciarada, il circolo delle parole”. In primo piano, la raccolta di liriche che ha fondato la lingua poetica italiana, analizzata da alcuni tra i più importanti storici della lingua italiana come lo stesso Patota, Giuseppe Antonelli, Lucilla Pizzoli, Stefano Telve. A fare da contrappunto alle riflessioni dei linguisti, le letture di alcuni dei versi più celebri del Canzoniere affidate all’attore Lorenzo Parrotto.
Petrarca è agli antipodi rispetto al Dante della Commedia che sperimenta tutte le possibilità della sua lingua materna, da quella alta a quella bassa, da quella sublime a quella infima, e arriva ad affiancare alle parole del fiorentino non solo parole provenienti da altre lingue, perfino frammenti lingue inventate: pratica, insomma, il plurilinguismo; Petrarca, invece, evita qualsiasi forma di alterazione linguistica e si serve di una lingua uniforme, lontana sia da ciò che è troppo alto sia da ciò che è troppo basso, all’interno di un rigoroso monolinguismo. Quella del Canzoniere è una lingua poetica che ha in Petrarca il suo inventore.

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