Stasera in tv arriva “Ustica. Una cosa che non fa ridere”

In anteprima per l’anniversario della strage

Stasera in tv arriva “Ustica. Una cosa che non fa ridere”

Giovedì 26 giugno alle 22.30 su Rai Radio 3 va in onda lo spettacolo: “Ustica. Una cosa che non fa ridere”, scritto e interpretato da Niccolò Fettarappa, prodotto dall’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica in occasione dell’anniversario della tragedia, avvenuta il 27 giugno 1980. Lo spettacolo, in anteprima da Rai Radio3, debutterà dal vivo il 2 luglio a Bologna davanti al Museo per la memoria di Ustica alle 21.15.
Fettarappa, una delle voci più determinanti della nuova drammaturgia e della scena italiana, riflette su quell’episodio con lo sguardo di un giovane di oggi, nato sedici anni dopo la strage, ponendosi profondi interrogativi rispetto alla drammaticità ancora evidente dell’accaduto, e all’ancor più angosciosa assenza di una verità.
Niccolò Fettarappa, classe 1996, è laureato in filosofia. Nel 2019 scrive “Apocalisse Tascabile”, che debutta in scena nel 2020. Lo spettacolo ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra quelli più attenti alla nuova scena italiana. Nel 2022 porta in scena “Solo Quando Lavoro Sono Felice”. Nello stesso anno per Rai Radio 3 realizza una versione radiofonica di “Nel mio bagno di sangue”. Nel 2023 debutta con “La Sparanoia – Atto unico senza feriti gravi purtroppo”, e nel 2024 firma la drammaturgia e la regia, insieme a Nicola Borghesi, di “Uno spettacolo italiano”, con cui condivide anche la scena. In questi suoi lavori l’autore mette in luce il disagio della sua generazione, il distacco dalla politica e dal coinvolgimento attivo in ambito sociale, l’impossibilità di elaborare una qualche forma di protesta orientando in maniera attiva la rabbia che appartiene a tanti giovani di oggi, con un linguaggio continuamente bilanciato tra disillusione, amarezza e ironia.
La vicenda divenne oggetto d’indagine della Commissione parlamentare Stragi, presieduta dal Senatore Libero Gualtieri, dal 1989. Quest’ultima giunse a segnalare comportamenti di militari italiani in servizio presso alcuni centri radar volti ad occultare ciò che era avvenuto quella sera nel Tirreno.

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