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Stasera in TV: Di là dal fiume e tra gli alberi – Rai5 (canale 23) racconta la via Aurelia

Stasera in TV: Di là dal fiume e tra gli alberi - Rai5 (canale 23) racconta la via Aurelia Stasera in TV: Di là dal fiume e tra gli alberi - Rai5 (canale 23) racconta la via AureliaIl Campidoglio a Roma è lo zero chilometrico della statale Aurelia, come per tutte le altre vie consolari principali. Da qui inizia il viaggio di Guido Morandini nel documentario “Aurelia, la statale sull’acqua”, in onda domenica 31 gennaio alle 22.10 su Rai5 per la seconda stagione della serie “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Il disegno della pavimentazione della piazza realizzato da Michelangelo, fa pensare al reticolo dei meridiani e paralleli sulla superficie terrestre, metafora delle strade del mondo che qui rappresenta la mappa del nostro documentario. Così la SS1 – Aurelia non ha un’origine e una destinazione, ma è essa stessa un reticolo di relazioni. Non si parte per arrivare ma per incontrare e conoscere. Si viaggia per raccontare, sperando di aver fatto alla fine del percorso un’esperienza che ci avrà arricchito e, forse, un po’ cambiati.
Da giugno ad agosto Morandini ha percorso lunghi tratti della Statale numero Uno, perché più antica di tutte, con lo sguardo rivolto anche ai margini dei territori attraversati. Il nastro d’asfalto riesce ad elevare la vita quotidiana a racconto straordinario che interseca la storia, l’ambiente, la natura. Perché l’Aurelia è un film sempre diverso, come dice l’albergatore Giuseppe Simonelli che una sera del 2001 offrì una stanza a uno sconosciuto in difficoltà, scoprendo poi che si trattava di Alfredo Bini, il grande produttore cinematografico di Pasolini, che resterà ospite di quell’albergo per il resto della sua vita.
L’Aurelia è intersecata da chi fa altri viaggi come i lupi, che dall’interno raggiungono la Feniglia o i canoisti, che scendono l’Ombrone passandoci sotto. L’Aurelia cantata da Pietro Sabatini e Letizia Papi come mito e segno identitario della Maremma.
Una statale costruita sull’acqua, come afferma il professor Rossano Pazzagli, perché ha modificato il suo tracciato nei secoli evitando impaludamenti e seguendo le bonifiche.

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