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Stasera in TV: La rivolta degli oggetti

Stasera in TV: La rivolta degli oggetti Stasera in TV: La rivolta degli oggettiNel 1976, i fondatori de “La Gaia Scienza”, Giorgio Barberio Corsetti, Marco Solari e Alessandra Vanzi, proponevano sul palco del leggendario Beat 72 “La rivolta degli oggetti”, uno spettacolo che sarebbe diventato un punto di riferimento estetico e concettuale per la formazione del gruppo e per la controcultura romana degli anni Settanta.

A quarantatré anni da quel primo lavoro, lo spettacolo torna ad abitare la sala di un teatro attraverso i corpi di tre giovani performer guidati dagli interpreti originali. Rai Cultura – che ha ripreso lo spettacolo messo in scena per l’ultimo Romaeuropa Festival presso il Teatro India di Roma ad ottobre 2019 con la regia tV di Claudia De Toma – lo propone in prima visione stasera alle 21.15 su Rai5.

Nato nel clima di estrema libertà artistica della controcultura romana degli anni Settanta, lo spettacolo – un’ora esatta di poesia, distillata tra rivoluzione sociale ed estetica, tra avanguardie storiche e arte contemporanea – si presenta al pubblico mosso dalla volontà di restituire agli spettatori proprio quello spazio utopico di creatività e circolazione del pensiero che ne aveva favorito la creazione.

Specchi, sedie sospese, funi, un cappotto, un violino scordato: sono gli oggetti che si oppongono ai corpi dei performer, acrobati in esplorazione dell’universo poetico di Majakovskij – il titolo stesso è quello di un suo poema del 1913 – che si rotolano, si lanciano, si dondolano come smarriti, amplificando i versi dell’autore russo nella risonanza di una miriade di frammenti.

Il risultato è uno spettacolo che, come in un gioco di scatole cinesi, concentra l’esperienza artistica di tre epoche storiche lontane fra loro – l’avanguardia rivoluzionaria russa, le cantine romane, il mondo come lo vediamo oggi – per aprire di nuovo il teatro allo stupore e alle possibilità dell’incontro, tanto fisico quanto metaforico. «Ragioniamo di nuovo insieme dopo trentacinque anni di strade e percorsi separati, su quel lavoro che per ognuno di noi ha costituito un punto di partenza importante, fondante. – raccontano Giorgio Barberio Corsetti, Marco Solari e Alessandra Vanzi – Se una ricostruzione filologica è impensabile, perché equivarrebbe a rifare ciò che non veniva replicato, riprodotto di sera in sera, ma di sera in sera prodotto nuovamente, quello a cui ci accingiamo è creare le condizioni per trasmettere un’esperienza, reinventando il gioco scenico, utilizzando alcuni materiali originari (le parole di Majakovskij, l’idea di sospensione, i rimandi di frammenti di spazio tramite specchi rotti, qualche oggetto, qualche taglio di luce, qualche brano registrato), consegnando a giovani attori e danzatori gli oggetti da rivoltare, che sono appunto quei materiali – ed eventuali altri – ma anche concetti, pensieri, stimoli che erano tutto il non-detto dello spettacolo, la sua sostanza immateriale».

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