Pietro Scaglione, la prima vittima

Quello di Scaglione fu il primo delitto di un uomo delle istituzioni da parte di Cosa Nostra, il primo magistrato a essere assassinato. Nell’editoriale del Corriere della Sera pubblicato all’indomani dell’omicidio, Alberto Sensini scrive: Il caso Scaglione segna un confine che non può essere oltrepassato, un punto di non ritorno”. La sorella del magistrato, Rosa, quando esce dall’obitorio urla: “Hanno ucciso il Procuratore. In questo momento ridono perché non li prenderanno mai”.
Scaglione era un magistrato di lungo corso, che si era occupato della strage di Portella della Ginestra e delle malefatte del bandito Giuliano, del processo per l’uccisione del sindacalista Salvatore Carnevale e della strage di Ciaculli. Nel 1962, era diventato capo della Procura di Palermo. Conosceva Palermo e il mondo della mafia, intuendo anche le trame più oscure della crescita di Cosa Nostra, della quale invece ancora si ignorava la struttura organizzativa e la composizione delle famiglie. Erano anni in cui la Giustizia aveva in qualche modo le mani legate.
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