Stasera Spotlight presenta: “Lo Stato che non c’è” Stasera in TV: "1939 – 1943. La Seconda guerra mondiale". Nel deserto africano
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Stasera Spotlight presenta: “Lo Stato che non c’è”

Il popolo curdo tra confini insormontabili e guerre mai finite

Stasera in TV: "1939 – 1943. La Seconda guerra mondiale". Nel deserto africano
Kobane, la città curda simbolo della resistenza allo Stato islamico, ha appena festeggiato i dieci anni dalla liberazione dall’Isis. Ma il Rojava, la regione a maggioranza curda nel nord est della Siria, continua ad essere bombardato dalle milizie filo turche e la diga di Tishrin, sul fiume Eufrate, è sotto attacco. La popolazione chiede alla Comunità Internazionale “di non lasciarci soli”. E alla Siria di Al- Jolani propone “di mettere a capo del ministero della Difesa una donna”.
Spotlight, il settimanale di approfondimento di RaiNews24, in onda sabato 15 febbraio alle 18.30 e in replica domenica 16 alle 20.30  racconta “Lo Stato che non c’è”, il Kurdistan. Un viaggio di Angela Caponnetto in quattro Stati diversi, Iran, Iraq, Siria e Turchia, dove vivono circa 30 milioni di persone, che rappresentano la quarta etnia del Medioriente.
“Ero piccolissima quando abbiamo cacciato l’Isis e qui c’era solo distruzione, ma piano piano abbiamo ricostruito tutto – racconta Naja, 14 anni – Non so cosa farò quando sarò grande, ma so che voglio che questa nostra città resti libera e che nessuno venga più a terrorizzarci. Vogliamo la rinascita, un posto dove noi giovani possiamo studiare, lavorare. Per noi la parola libertà significa avere diritti, sentirsi al sicuro. Ma ora no, non siamo al sicuro”.
All’ospedale di Raqqa, sostenuto anche da fondi italiani, la storia di Hazad, colpito da una scheggia mentre con la sua famiglia era al presidio davanti alla diga di Tishrin, punto strategico della regione, perché “Per noi è meglio rischiare di morire per la libertà” dice la madre. “I miliziani alleati ai turchi sono come quelli dell’Isis: ci perseguitano, entrano nelle nostre case e ci chiedono di urlare Allah u akbaar.  Siamo scappati da Manbji a Kobane, ma non ci sentiamo al sicuro”.
Appuntamento assolutamente da non perdere.

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