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“Tempo ritrovato”, primo titolo pensato e creato appositamente per il video, entra nella programmazione di OperaVision

“Tempo ritrovato”, primo titolo pensato e creato appositamente per il video, entra nella programmazione di OperaVision “Tempo ritrovato”, primo titolo pensato e creato appositamente per il video, entra nella programmazione di OperaVision“Tempo ritrovato”, il mediometraggio (32 minuti) prodotto come inusuale titolo inaugurale dalla Fondazione Rete Lirica delle Marche (disponibile online dal 23 gennaio su www.fondazioneliricamarche.it) varca i confini del proprio sito, per andare in prima visione mercoledì 10 febbraio alle ore 19 su www.operavision.eu/en la piattaforma sostenuta dal programma “Europa creativa” dell’Unione Europea, coordinata per le scelte editoriali da Opera Europa, associazione che riunisce i principali teatri e festival europei.

“Tempo ritrovato” è stato girato a dicembre al Teatro della Fortuna di Fano e poi nelle città di Ascoli Piceno, Fano e Fermo, nel pieno rispetto delle regole anti-Covid, con la regia di Cecilia Ligorio e Benedetto Sicca da un’idea di Luciano Messi (direttore della Rete Lirica, sovrintendente del Macerata Opera Festival e presidente di ATIT Associazione Teatri Italiani di Tradizione) e della stessa Ligorio e con Giovanni Culmone (video designer, riprese e montaggio), Renato Grieco (sound designer, production sound mixer), Ludovico Gobbi (light designer); la drammaturgia musicale è di Chiara Mallozzi, interpreti il mezzosoprano Francesca Di Sauro e l’attore Simone Tangolo. Le parti strumentali sono affidate a Claudia Foresi e Cesarina Compagnoni al pianoforte insieme agli ensemble cameristici della FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana e dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini. Simone – il protagonista del mediometraggio – nella solitudine di casa durante il lockdown, rievoca l’amore attraverso brani di Ennio Morricone, Gioachino Rossini, Georg Friedrich Händel, Georges Bizet, Wolfgang Amadeus Mozart e Leonard Cohen.

Lo spettatore internazionale, collegato su operavision.eu, potrà seguire il video poema musicale con i sottotitoli in inglese e anche con il servizio di audio descrizione in inglese, affidato a Louise Fryer, celebre voce di BBC Radio3, specializzata proprio in questa attività per il National Theater. Prosegue quindi il percorso di accessibilità agli spettacoli per non udenti e non vedenti che, sin dall’inizio, la Rete Lirica delle Marche ha affidato allo staff specializzato già attivo al Macerata Opera Festival, coordinato da Elena Di Giovanni, docente dell’Università di Macerata.

“Tempo ritrovato” desidera essere un esperimento artistico di fusione di vari linguaggi nel tentativo di creare una nuova forma di spettacolo che possa affiancare senza sostituire lo spettacolo dal vivo, anche in futuro: cinema, prosa, poesia, canto ed immagini possono trovare una nuova sintesi nello streaming, mantenendo viva la funzione civile dello spettacolo nella società.
Le immagini raccontano di un momento qualsiasi del 2020: Simone è in casa e, circondato da icone della quotidianità, trascorre i giorni del lockdown guardando film e ascoltando musica. I ricordi e le immagini suscitate in lui dall’arte, lo riportano fra le braccia dell’amata, figura che riassume in sé le fattezze della cantante, della diva del cinema, degli affetti lontani. È quindi attraverso la musica che Simone riesce ad affrontare l’isolamento e ad elaborare il senso di abbandono, ritrovando infine se stesso e tornando, con la memoria e l’immaginazione, nell’edificio che è da sempre luogo di catarsi, confronto e interpretazione dell’individuo e della società: il teatro. Una polifonia di linguaggi artistici per indagare le possibilità di trasformare i propri sacrifici e le perdite in esperienze utili ad affrontare e superare il trauma.

Sul canale YouTube della Fondazione Rete Lirica delle Marche è sempre disponibile l’incontro dello scorso 23 gennaio moderato dal giornalista Angelo Foletto – presidente dell’Associazione nazionale critici musicali – sul tema “La lirica nella rete: novità, déjà-vu e prospettive”, al quale hanno partecipato gli autori del video poema insieme a Igor Giostra (presidente della Rete Lirica delle Marche), Carlo Fontana (presidente dell’AGIS) e Fabio Vittorini (docente di musica e immagine dell’Università IULM Milano). Gli ospiti – oltre ad aver più volte sottolineato l’urgenza di riaprire i luoghi di spettacolo dal vivo, che si sono dimostrati sicuri e che al pari delle scuole, dell’università, dei musei costituiscono l’ossatura formativa e culturale del Paese – si sono confrontati sulle possibilità di innovazione suggerite da un anno di attività di emergenza.

TEMPO RITROVATO
Video poema musicale
scritto e diretto da Cecilia Ligorio e Benedetto Sicca
da un’idea di Cecilia Ligorio e Luciano Messi

video designer, riprese e montaggio Giovanni Culmone
sound designer, production sound mixer Renato Grieco
light designer Ludovico Gobbi
drammaturgia musicale Chiara Mallozzi
assistente alla fotografia Margherita Simionati

mezzosoprano Francesca Di Sauro
attore Simone Tangolo

Quintetto d’archi della FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana
Alessandro Cervo e Simone Grizi violini
Francesco Vernero viola
Alessandro Culiani violoncello
Luca Collazzoni contrabbasso

Sestetto dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini
Elena Giri flauto
Lavinia Tassinari e Paride Battistoni violini
Noris Borgogelli viola
Luca Bacelli violoncello
Daniele Gemignani contrabbasso

pianoforte Cesarina Compagnoni e Claudia Foresi

Gli elementi scenici e i costumi dell’Italiana in Algeri sono rispettivamente di Gregorio Zurla e di Vera Pierantoni Giua e appartengono alla produzione dell’opera della Rete Lirica delle Marche interrotta dal primo lockdown.
Si ringraziano Andrea Esposto e Savino Valli per la collaborazione alla logistica.

Casa in penombra, TV accesa, pesce rosso sul tavolo.
Simone, solo, accovacciato su una vecchia poltrona guarda C’era una volta in America: “Che hai fatto in tutti questi anni Noodles?” – “Sono andato a letto presto…”. Lo conosce a memoria quel film.
Quando inizia il tema più familiare e malinconico, la musica precipita Simone in un sogno. La casa esplode negli spazi di un teatro e il dedalo della memoria si fa presente: desideri, perdite e paure prendendo le sembianze di una donna che con lui danza nel labirinto della mente, in un viaggio di seduzione e conquista, gioco e abbandono…fino alla commovente catarsi dell’addio. Simone si risveglia, la danza lascia il posto ad un desiderio nuovo. Dalle sue labbra esce una melodia sottile e pervasiva: Hallelujah. Attraverso la musica cerca un nuovo senso di sé, del silenzio che lo circonda, di ciò che non c’è più, ma anche di ciò che può e deve ancora arrivare. Hallelujah è un canto di gioia, la casa, il tempo ritrovato, un gesto di cura per sé e per gli altri. Hallelujah.

La Fondazione Rete Lirica delle Marche, organismo nato nel 2018 di cui è Presidente Igor Giostra, Direttore Luciano Messi e Direttore Artistico Alessio Vlad; è stata costituita dai Comuni di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, dalla Fondazione Teatro della Fortuna (soci sostenitori), dall’Associazione Arena Sferisterio, dalla Fondazione Orchestra Regionale delle Marche e dal Rossini Opera Festival (soci fondatori partecipanti). La Fondazione trae origine e rappresenta l’evoluzione del percorso istituzionale avviato dagli stessi soggetti, sotto l’egida della Regione Marche, con la sottoscrizione del “Protocollo d’intesa per la creazione di un sistema regionale a sostegno dei Teatri di Lirica Ordinaria”. Hanno successivamente aderito, in qualità di soci partecipanti, l’Orchestra Sinfonica Rossini, l’Accademia di Belle Arti di Macerata, il Conservatorio “G. B Pergolesi” di Fermo e l’Associazione Coro “Ventidio Basso”. La Fondazione Rete Lirica delle Marche ha ottenuto nel 2019 il prestigioso riconoscimento “Premio Cultura di Gestione”, conferito da FederCulture a Roma ai progetti più innovativi nel campo della gestione culturale, in quanto eccellente esempio di governance pubblica in grado di fare sistema e di creare network intorno ad obiettivi condivisi e reali istanze del territorio di riferimento.

Cecilia Ligorio
Cecilia Ligorio, regista, librettista, attrice e drammaturga nasce a Verona nel 1981, studia violoncello, canto, danza e filosofia e si diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma dalla quale è insignita del premio “Vittorio Gassman”. Perfeziona i suoi studi presso l’Institut de Teatre di Barcelona, dove inizia a occuparsi anche di regia e drammaturgia, dopo i felici incontri con Abilio Estevez e Wajdi Mouawad. Nei primi anni di carriera lavora come attrice diretta da registi quali Walcott, Rigola, Tosar, Simó, Gas, Sicca, Rossi e gestisce la programmazione di teatro e musica per ragazzi presso il Palau de la Musica “Reina Sofia” di Valencia dove si occupa della riduzione e regia di molte opere tra cui L’elisir d’amore e Porgy and Bess oltre a scrivere e dirigere numerosi musical in collaborazione con i musicisti dell’Orchestra Sinfonica di Valencia. Contestualmente fonda la compagnia “Somnis de Somnis” con cui riapre lo storico Teatro Circol Maldà di Barcelona, partecipandovi sia come attrice che come regista. È membro della compagnia “IfHuman” di Bruxelles e di “Ludwig-officina di linguaggi contemporanei” di Milano. Debutta come regista d’opera con Maria di Buenos Aires di Piazzolla e subito dopo viene invitata a dirigere Don Pasquale entrambe al Teatro Principal di Valencia. Il debutto italiano è con Assassinio nella Cattedrale di Pizzetti al Duomo di Milano, dove ritornerà con Mosé in Egitto per le celebrazioni di Expo. Ha già diretto, tra gli altri, Don Giovanni (Teatro Principal Valencia), La cambiale di matrimonio (Bare Opera, NYC), la prima in epoca moderna di Baccanali di Steffani e Il barbiere di Siviglia (Festival della Valle d’Itria, Martina Franca), Otello di Verdi (Teatro Verdi di Salerno), La traviata (LVC, Paris), Il Corregidor y la Molinera Amor Brujo di De Falla. È responsabile delle riprese di Madama Butterfly al Teatro La Fenice, una produzione ideata da Alex Rigola e Mariko Mori per la 55a edizione Biennale Arte di Venezia. Ha scritto e diretto: Figaro&Figaro (fusione drammaturgica de Le nozze di Figaro e de Il barbiere di Siviglia) a NYC con Bare Opera; Caravaggio Rubato debuttando al Teatro Massimo di Palermo su commissione dello stesso e con musica originale di Sollima; la prima assoluta di Shi, di cui ha curato anche il libretto (edito Ricordi), al Macerata Opera Festival con musica di Boccadoro. Tra gli impegni più recenti Giulietta e Romeo di Vaccaj al Festival della Valle d’Itria, produzione che verrà ripresa in altri Teatri, le nuove produzioni di Semiramide e di Turandot alla Fenice, Rigoletto al Teatro Regio di Torino (una coproduzione, nata al Massimo di Palermo e che andrà all’Opéra Royal de Wallonie) dove Cecilia ha affiancato John Turturro in veste di regista collaboratrice, Fernando Cortez di Spontini inaugurale della Stagione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino sotto la direzione di Fabio Luisi. Come drammaturga sta lavorando ad un importante progetto donizettiano con La Monnaie di Bruxelles.

Benedetto Sicca
Benedetto Sicca (Napoli, 1975) è un regista e drammaturgo italiano. Scrive per il teatro, per il teatro musicale per il cinema e per la televisione. Nel 2003 si diploma come attore presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Subito dopo inizia a lavorare per il cinema, con Michele Placido e Enzo d’Alò, e poi con Abel Ferrara e Antonio Capuano; in RAI, per la radio, Radio2 e Radio3, e in televisione, a La7 e Raitre, come attore ed autore. Lavora in teatro con Luca Ronconi, con Massimo Castri, Mario Martone, Lorenzo Salveti, Giuseppe Marini e Ninni Bruschetta. Nel 2008 studia con Chiara Guidi le tecniche di vocalità molecolare e lavora con la Societas Raffaello Sanzio. In quegli anni perfeziona lo studio del canto con Renato Federighi e studia doppiaggio con Mario Maldesi e movimento con Nikolaj Karpov, Julie Stanzack e Maria Consagra. Nel 2008 fonda l’Associazione Culturale LUDWIG – officina di linguaggi contemporanei che nel triennio 2015-2017 ottiene il riconoscimento del Mibac come compagnia di produzione under35. Come drammaturgo e regista, dal 2009 vince premi ed è prodotto da numerosi teatri e Festival Internazionali, tra i quali il Napoli Teatro Festival, il Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, CSS di Udine, il Festival Internazionale di Montalcino, Primavera dei Teatri, Festival delle Colline Torinesi, Benevento Città Spettacolo, Teatro Stabile di Napoli. Ha scritto e/o messo in scena: E, ù carestia? (2007), Quella scimmietta di mio figlio (2008), Il Principe Jorgos (2010), Les adieux (2010), Frateme (2011), Salvo i due o tre per le farfalle (2012), Idiots lab-loveabilityLa Gara e Il silenzio dei cassetti (2013), Il viaggio – la dipendenza e QR code – una mano tu porga a sollevarmi (2014), Il giardino dei ciliegi (2014), La morte della bellezza (2015), PigmalioneLeavesLes Halles de SchaerbeekBruxelles (2016), Standing Monteverdi ed Eloquenza delle lacrime (2017), Il Combatimento di Tancredi et Clorinda, con una T (2019), Per Tutti! (2019), Pochos (2020). Nell’opera lirica, collabora con Luca Ronconi come assistente alla regia di Semiramide nel 2011 al Teatro San Carlo di Napoli. Nel 2012 presenta presso la Cappella Sansevero di Napoli l’opera contemporanea Il Principe e la Rondine #1, di cui è anche autore del libretto. Sempre nel 2012 collabora con Robert Wilson presso il Watermill Center (NY) nei progetti del Summer Program. In particolare è Regista Assistente per l’allestimento dell’Incoronazione di Poppea e Regista Collaboratore per l’allestimento di DasMädchenmitdenSchwefelhölzern di Helmut Lachenmann entrambi con la regia di Robert Wilson. Debutta a luglio 2014 con la prima esecuzione moderna di La lotta d’Ercole con Acheloo di Agostino Steffani, di cui firma regia e coreografia, in occasione della 40° edizione del Festival della Valle d’Itria; nell’edizione 2015 del Festival, con la conduzione di Fabio Luisi, cura la regia di Medea in Corinto di Simon Mayr di cui viene edito il dvd a cura di Dynamic. Nel maggio 2015 debutta con The Turn of the Screw di Benjamin Britten in occasione del Maggio Musicale Fiorentino, mettendo i cantanti in relazione con immagini in 3D stereoscopiche, visibili agli spettatori attraverso l’uso di appositi occhialini dotati di lenti polarizzate. Nel 2016 partecipa all’Accademia Monteverdiana condotta dal Sir John Eliot Gardiner sulla trilogia monteverdiana presso la Fondazione Cini di Venezia. Nel 2017 è Regista Collaboratore per il primo allestimento dell’opera Shi-si faccia di Carlo Boccadoro al Macerata Opera Festival. Nel 2018 partecipa in qualità di Regista Collaboratore alla trilogia popolare di Verdi che ha inaugurato la stagione dell’Opera di Firenze come responsabile dell’allestimento di Rigoletto, di cui ha curato la ripresa nel 2019. Sempre nel 2018 in qualità di Regista Associato di John Turtutto si occupa dell’allestimento di Rigoletto presso il Teatro Massimo di Palermo e della riallestimento presso l’Opera di Xi’an in Cina. Nel 2019 mette in scena il Combatimento di Tancredi et Clorinda di Monteverdi presso la Sala Assoli di Napoli, e su commissione del Festival della Valle d’Itria scrive e mette in scena l’opera musicale Per Tutti! dedicata alla vita ed alle imprese di Paolo Grassi. Dal 2013 tiene corsi per cantanti lirici presso l’Accademia di Perfezionamento Rodolfo Celletti della Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca.

Luciano Messi
Maceratese (1971), Luciano Messi è, dal dicembre 2015, Sovrintendente dell’Associazione Arena Sferisterio di Macerata. Presidente di ATIT – Associazione dei Teatri di Tradizione dal febbraio 2020 e Vicepresidente di Federvivo da maggio 2020, è ideatore e direttore della Rete Lirica delle Marche dal 2017. Arrivato allo Sferisterio nel 1993, dopo tre anni viene chiamato a far parte dell’ufficio di sovrintendenza e direzione artistica; nel 2001 riceve l’incarico di responsabile dell’ufficio di sovrintendenza e direzione artistica. Da quel momento la sua attività professionale assume un carattere autonomo e per alcuni anni si estende anche ad altri incarichi e teatri, primo tra tutti il Teatro delle Muse di Ancona, del quale cura la riapertura nel 2002 e le prime due stagioni, in qualità di direttore della produzione, tornandovi poi nel 2013 e nel 2014. Nel 2004 collabora con la Fondazione Arena di Verona per il progetto internazionale “La Corona di Pietra”, patrocinato dal Ministero per gli Affari Esteri Italiano in collaborazione con Rai e Sony, curando in particolar modo i rapporti con il Ministero stesso e con le Ambasciate, i Consolati e gli Istituti Italiani di Cultura dei Paesi coinvolti. Nel 2005 è chiamato ad affiancare Pier Luigi Pizzi, con l’incarico di direttore della produzione dello Sferisterio e, dal 2007, anche di direttore dell’organizzazione artistica e tecnica. Nasce in quegli anni lo Sferisterio Opera Festival, che rilancia la stagione lirica maceratese nel panorama nazionale e internazionale. Nel doppio ruolo di direttore organizzativo e di direttore della produzione, è protagonista della gestione che si apre nel 2012 con la direzione artistica di Francesco Micheli: nasce il Macerata Opera Festival, con l’obiettivo di rinnovare la proposta artistica e rivitalizzare il rapporto con il pubblico e con il territorio. Nel 2015 è nominato sovrintendente dello Sferisterio, che ripristina tale figura apicale dopo 13 anni. I risultati sono evidenti, sia dal punto di vista del successo di pubblico e critica, sia sotto il profilo gestionale: la manifestazione torna ad attestarsi stabilmente sopra le 35.000 presenze paganti, con una media di riempimento dello Sferisterio che nel 2019 arriva al 91%. La situazione finanziaria dell’Associazione accelera il suo trend di risanamento, chiudendo sempre il bilancio in equilibrio (quello del 2019 è l’ottavo consecutivo in attivo), azzerando il differenziale negativo tra debiti e crediti, che nel 2005 ammontava a oltre 3 milioni di euro. Si attua un importante lavoro sulle entrate, che nel 2019 vede l’autofinanziamento superare i contributi pubblici, 57% contro 43%, grazie ai rinvigoriti incassi di biglietteria al notevole sviluppo delle sponsorizzazioni e alle attività di organizzazione e gestione di spettacoli, curati anche fuori sede. Viene elaborato un nuovo progetto di fund raising, quello dei “Cento Mecenati”, ispirato alla tradizione anglosassone delle membership e alla storia del monumento-teatro maceratese, che ha ottenuto una menzione speciale al premio nazionale “Cultura + Impresa 2016” di Federculture. In questi anni viene realizzata anche la prima tournée estera dello Sferisterio per la presentazione della celeberrima Traviata “degli specchi”, presso la Royal Opera House di Muscat (Oman) nel 2013. Al Macerata Opera Festival, sotto la sua direzione, è stato inoltre assegnato il Premio Italiano “Inclusione 3.0” per il progetto di accessibilità “InclusivOpera”, che annovera tra i propri partner l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, l’Ente Nazionale Sordi, il Museo Statale Tattile Omero e l’Università degli studi di Macerata. Parallelamente agli incarichi allo Sferisterio, partecipa alla razionalizzazione e allo sviluppo del sistema musicale regionale, sia come promotore e membro del Consiglio Direttivo del Consorzio Marche Spettacolo, sia come ideatore e direttore della Rete Lirica delle Marche, nata come coordinamento nel 2015 e costituitasi in fondazione nel 2018. Già nei primi anni di attività, la Rete si è distinta per i rilevanti risultati artistici e gestionali con titoli e coproduzioni. Come presidente dell’ATIT, nella primavera 2020, quando il settore dello spettacolo dal vivo risulta uno dei più colpiti dall’emergenza sanitaria conseguente al COVID19, svolge un ruolo di raccordo, e partecipa alla stesura del documento AGIS per la ripartenza delle attività e per la riapertura al pubblico “Lo spettacolo in Italia nella fase 2”, presentato al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini, coordinando anche il gruppo di lavoro dedicato al teatro lirico.

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