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ORCHESTRA RAI: Daniele Gatti conclude l’integrale delle sinfonie di Brahms

ORCHESTRA RAI: Daniele Gatti conclude l’integrale delle sinfonie di Brahms ORCHESTRA RAI: Daniele Gatti conclude l’integrale delle sinfonie di BrahmsSeconda settimana di lavoro consecutiva per Daniele Gatti e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, impegnati nell’integrale delle sinfonie di Johannes Brahms. Giovedì 29 aprile alle 20, dall’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino a porte chiuse, in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura, sono in programma la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 e la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98. L’integrale verrà poi proposto su Rai5 in due prime serate consecutive, il 9 e il 10 giugno prossimi.

Gatti è Direttore musicale dell’Opera di Roma e dell’Orchestra Mozart, ed è Consulente artistico della Mahler Chamber Orchestra. Ha ricoperto incarichi presso orchestre come quella del Concertgebouw di Amsterdam, dell’Accademia di Santa Cecilia, presso la Royal Philharmonic Orchestra e la Royal Opera House di Londra. I Berliner e i Wiener Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, la Symphonieorchestrer des Bayerisches Rundfunk e la Filarmonica della Scala sono alcune delle istituzioni sinfoniche che dirige regolarmente. Recentemente è stato protagonista dei due film-opera Il barbiere di Siviglia e La traviata, realizzati dall’Opera di Roma con Rai Cultura e trasmessi su Rai3.

Torna sul podio dell’Orchestra Rai per la seconda settimana consecutiva, dopo aver diretto ben sei diversi programmi nel corso del 2020, e lo fa con tutte e quattro le sinfonie scritte da Johannes Brahms: autentico banco di prova per le orchestre e i grandi direttori.

Il percorso che portò Brahms all’esordio nel genere sinfonico fu lungo e travagliato, fatto di anticipazioni e continui ripensamenti. Tra le cause del suo indugiare lo scontro lacerante tra l’impossibilità etica di sottrarsi alla forma musicale più elevata e la sua insicurezza, legata a una ricerca spasmodica di perfezione. Certo è che scrivere sinfonie dopo Beethoven non era impresa semplice. Brahms stesso confessò in una lettera al direttore d’orchestra Hermann Levi: «non puoi avere un’idea di ciò che si sente, avvertendo dietro le spalle i passi di un gigante come quello». Infine diede vita a quattro mirabili capolavori, tutti seguiti da un grandissimo successo. Nonostante siano state scritte a blocchi da due, tra il 1776 e il 1777, e il 1883 e il 1884, le sinfonie sembrano intrinsecamente legate da una certa malinconia, che le rende metafore sonore dei sentimenti più intimi del loro creatore.

Nel secondo concerto, giovedì 29 aprile, Gatti apre con la Seconda Sinfonia, scritta da Brahms quasi di getto nell’estate del 1777, ed eseguita a Vienna il 30 dicembre dello stesso anno dai Wiener Philharmoniker diretti da Hans Richter. Chiude la serata e il ciclo la Quarta Sinfonia, eseguita per la prima volta a Meiningen il 25 ottobre del 1885 sotto la direzione dell’autore stesso. L’ultimo lavoro sinfonico del compositore tedesco è caratterizzato da una grande densità di contenuti musicali e da forti contrasti espressivi. Si ritrovano motivi zigano-ungheresi e costruzioni contrappuntistiche. L’opera si chiude recuperando la forma della Passacaglia con un tema ripreso da una cantata di Bach, variato per trentadue volte, e condotto verso un coronamento che chiude trionfalmente l’esperienza sinfonica brahmsiana.

A partire da giovedì 6 e per i successivi appuntamenti del mese di maggio, i concerti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in ottemperanza alle più recenti disposizioni per il contenimento della pandemia, torneranno ad accogliere il pubblico nella sala dell’Auditorium Rai di Torino per un massimo di 200 persone a serata.

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