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Premiati a Roma i tre progetti del Premio Zavattini 2021/22

Premiati a Roma i tre progetti del Premio Zavattini 2021/22 Un respiro parziale ma intero è un omaggio alla grande poetessa Patrizia Cavalli, recentemente scomparsa, attraverso un racconto intimo e diaristico. La voce della poetessa e quella del regista s’incontrano in uno spazio senza tempo per dialogare sull’importanza della semplicità. Oltre all'utilizzo creativo di materiale di archivio, il progetto utilizza riprese girate durante la malattia di Patrizia Cavalli, in cui si alternano momenti di lucidità a persistenti ossessioni e paure, fino alla sua morte, avvenuta proprio nel 2022.     In Piccolo Golem il restauro di una scultura d’argilla porta un padre e una figlia a confrontarsi con il fantasma della nonna. Si tratta di una scultura inedita, che nel 1949 due giovani amici della nonna, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Zigaina, modellarono immaginando il volto del bambino che stava per mettere al mondo, per offrirgliela in dono. Restaurando e parlando della scultura emergono sparsi i ricordi del padre, che quel pezzo d’arte povera intendeva ritrarre prima ancora della sua nascita, le sue rievocazioni frammentarie della figura materna che appena visse nella sua infanzia, e gli interrogativi di una figlia ignara e curiosa.     Era una casa, molto carina rievoca la storia dell'abitazione che il nonno della regista, prima di morire, era riuscito a costruire con amore e passione per la sua famiglia e che in una notte andò distrutta, crollando a causa della realizzazione di una galleria nel livornese, proprio vicino a quell'abitazione, un episodio che fu collegato al malaffare di Tangentopoli. Nel racconto cronachistico e in quello intimo vissuto dalla madre e nonna della protagonista, tra passato e presente, si ricostruisce la dimensione di un rapporto familiare sottolineando la forza d’animo che può trasformare una disperazione assoluta in una ricostruzione degli affetti e della stessa abitazione, simbolo di una costellazione familiare unita.Sono stati assegnati durante la Cerimonia di premiazione svoltasi al cinema Farnese Arthouse, i riconoscimenti previsti dal Premio Cesare Zavattini 2021/22. L’appuntamento, condotto da Aurora Palandrani, coordinatrice del Premio, ha visto gli interventi del direttore Antonio Medici, di Cristiano Migliorelli, responsabile della valorizzazione dell’Archivio Luce Cinecittà, di Paola Scarnati, della Fondazione Aamod, del produttore Gregorio Paonessa, presidente della Giuria, e dei componenti Mariangela Barbanente, sceneggiatrice e regista, Luca Gasparini, montatore, Natalie Giacobino, documentalista. Tutti hanno sottolineato la capacità dell’iniziativa di coinvolgere giovani filmmaker nella conoscenza dei vasti e preziosi giacimenti del cinema d’archivio, oltre che di intercettare le loro proposte personali e originali di nuovi film, caratterizzati dal riuso libero, creativo, zavattiniano di quei materiali.

“Siamo felici di portare a compimento la VI edizione del Premio Zavattini” – ha dichiarato il direttore Antonio Medici – “con la cerimonia che corona il lavoro fatto in questi mesi dai filmmaker che l’hanno vinta, a cui auguriamo le migliori fortune per i loro film, com’è nella tradizione dello Zavattini. Il loro sguardo ha percorso e interrogato moltissimo materiale d’archivio, ridando nuova vita a quei frammenti che hanno nutrito i loro personali percorsi creativi. Un sincero ringraziamento va alla Giuria, alla Fondazione Aamod che promuove l’iniziativa, agli enti che la sostengono e ne sono partner”.

Ad ottenere il riconoscimento, con le specifiche motivazioni della giuria, sono state i progetti Un respiro parziale ma intero di Lorenzo Spinelli, “Per essere un sincero gesto d’amore nei confronti della grande poetessa Patrizia Cavalli, in cui l’autore dialoga con le sue poesie e con le immagini d’archivio che la ritraggono, restituendone l’universo poetico e la condizione umana attraverso uno sguardo molto personale”; Il piccolo golem di Viola Giulia Milocco e Federica Quaini “Per la sua coerente ed efficace costruzione narrativa, in grado di dar corpo alle risonanze emotive di un evento rimosso e doloroso della storia familiare, alla scoperta e alla ricomposizione di una frattura, al potere catartico dell’arte.”; Era una casa, molto carina…di Sara Parentini “Per la capacità dell’autrice di riannodare i fili di una singolare vicenda familiare in una delicata dimensione affettiva e di memoria, con uno sguardo intimo, che promette di tenere nel giusto equilibrio storia privata e storia ufficiale, archivi privati e archivi pubblici.”

Presenti in sala i giovani registi che hanno hanno ritirato il Premio, consistente in una targa e nel riconoscimento di duemila euro per progetto.

Al termine della mattinata, Gabriella Gallozzi, ideatrice e direttrice del Premio Bookciak, Azione!  ha introdotto la proiezione del cortometraggio Il periodo di Giulia Di Maggio, Ambra Lupini e Sara Maffi, liberamente ispirato al romanzo Imperfetto futuro di Paola Salvadori (LiberEtà). Basato sul riuso del materiale di repertorio reso disponibile dalla Fonazione Aamod, il cortometraggio è stato indicato dalla Direzione dello Zavattini quale vincitore di Memory Ciak 2022, sezione del Premio Bookciak, Azione!

L’edizione 2021/22 del Premio Cesare Zavattini è un progetto della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, sostenuta dal Ministero della Cultura – Direzione Cinema, dalla Regione Lazio, dall’Istituto Luce Cinecittà e dal Nuovo Imaie, con la partnership di Home Movies e la collaborazione della Cineteca Sarda, dell’Archivio delle Memorie Migranti, del Premio Bookciak, Azione!, di Deriva Film, di Officina Visioni, di UCCA e FICC. Media partner: Radio Radicale e Diari di Cineclub.

Un respiro parziale ma intero è un omaggio alla grande poetessa Patrizia Cavalli, recentemente scomparsa, attraverso un racconto intimo e diaristico. La voce della poetessa e quella del regista s’incontrano in uno spazio senza tempo per dialogare sull’importanza della semplicità. Oltre all’utilizzo creativo di materiale di archivio, il progetto utilizza riprese girate durante la malattia di Patrizia Cavalli, in cui si alternano momenti di lucidità a persistenti ossessioni e paure, fino alla sua morte, avvenuta proprio nel 2022.

In Piccolo Golem il restauro di una scultura d’argilla porta un padre e una figlia a confrontarsi con il fantasma della nonna. Si tratta di una scultura inedita, che nel 1949 due giovani amici della nonna, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Zigaina, modellarono immaginando il volto del bambino che stava per mettere al mondo, per offrirgliela in dono. Restaurando e parlando della scultura emergono sparsi i ricordi del padre, che quel pezzo d’arte povera intendeva ritrarre prima ancora della sua nascita, le sue rievocazioni frammentarie della figura materna che appena visse nella sua infanzia, e gli interrogativi di una figlia ignara e curiosa.

Era una casa, molto carina rievoca la storia dell’abitazione che il nonno della regista, prima di morire, era riuscito a costruire con amore e passione per la sua famiglia e che in una notte andò distrutta, crollando a causa della realizzazione di una galleria nel livornese, proprio vicino a quell’abitazione, un episodio che fu collegato al malaffare di Tangentopoli. Nel racconto cronachistico e in quello intimo vissuto dalla madre e nonna della protagonista, tra passato e presente, si ricostruisce la dimensione di un rapporto familiare sottolineando la forza d’animo che può trasformare una disperazione assoluta in una ricostruzione degli affetti e della stessa abitazione, simbolo di una costellazione familiare unita.

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