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Recensione: Arance Amare. Un nuovo volto della schiavitù in Italia. La schiavitù è quotidianità.

Recensione: Arance Amare. Un nuovo volto della schiavitù in Italia. La schiavitù è quotidianità. Recensione: Arance Amare. Un nuovo volto della schiavitù in Italia. La schiavitù è quotidianità.

Diamo il benvenuto a Laura Tralli, che con questa recensione entra a far parte della redazione di PuntoZip.

Arance Amare
Un nuovo volto della schiavitù in Italia.
di Gilles Reckinger
Edizioni Mimesis, Cartografie Sociali

C’è poesia e potenza nelle splendide storie di questo libro, storie che tutti dovrebbero conoscere perchè creano cultura, la nostra.
Il perno intorno a cui esse ruotano tutte è il concetto di schiavitù, concetto difficile da spiegare oggi, ma l’autore ci prova.
Gilles Reckinger è un etnologo europeo che si occupa di migrazioni, già premiato con il “Premio Bruno Kreisky”.
Armato della sua umanità, o potremmo dire, disarmato nella sua umanità, si è recato nei campi di accoglienza, in questi luoghi di schiavitù, e ha parlato con le persone, uomini, donne, dando voce alle loro storie…
La schiavitù è quotidianità. La schiavitù è qualcosa che viene fatto dalle persone alle altre persone.

[.. “La nuova schiavitù, che si sta diffondendo ben oltre l’Italia, è la diretta conseguenza della chiusura delle frontiere. Le persone che nonostante ciò arrivano in Europa perché la frontiera non si può chiudere ermeticamente, si trovano nel segmento più basso e più sfruttato del mercato del lavoro. Non possono rivendicare i loro diritti e sono esposti nel bene e nel male all’arbitrarietà dei loro datori di lavoro.”..]

Raccontare queste storie è un dovere sociale, per non lasciarle nel mondo dell’esclusione. Così tutti noi possiamo e dobbiamo conoscere la storia di Rosarno, paese agricolo in provincia di Reggio Calabria. Un paese fatto di Arance e Mandarini, dove continuamente arrivano braccianti, la maggior parte immigrati dei Paesi africani, per la raccolta. Giusto è raccontare di come la gente evita la parola schiavitù per paura di fare gaffe. Lo Stato italiano, la nostra Costituzione, non sono incapaci di vedere la verità, non dovrebbero farlo: questa cosa produce uno stridore sottile, uno strano fastidio.
Lo Stato dovrebbe proteggere la nostra cultura, la nostra storia.

[.. “A partire dagli anni ‘70 le mafie italiane sono diventate così potenti da provocare una forte azione della società civile e dello Stato. L’Italia non è solo il Paese occidentale con la più alta percentuale di attività mafiose, ma anche con la legislazione più avanzata per combattere la criminalità organizzata; questo è un altro motivo per cui è più interessante per l’economia criminale investire in altri Paesi economicamente forti, dove tale legislazione è carente, così come la consapevolezza che l’economia criminale è un fenomeno globale, la cui lotta riguarda tutti. ..]

Le foto presenti nel libro diventano vita e documento nel testo fitto di emozioni, una cronaca visiva che testimonia la verità della parola.

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