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Recensione: JINNISTAN – Tra fate, streghe e maghi, luoghi reali e posti incantati, terre vicine e lontane, si arriva a scoprire qual’è la cosa più forte al mondo

Recensione: JINNISTAN - Tra fate, streghe e maghi, luoghi reali e posti incantati, terre vicine e lontane, si arriva a scoprire qual’è la cosa più forte al mondo Recensione: JINNISTAN - Tra fate, streghe e maghi, luoghi reali e posti incantati, terre vicine e lontane, si arriva a scoprire qual’è la cosa più forte al mondoIncontrandosi con un vecchio saggio

Un ragazzo si fece coraggio e gli chiese: “Che pensi tu, in fondo, sia la cosa più forte al mondo?” [………]

L’uomo è forte, anzi molto forte, ma nulla può contro la morte”.

Allora è la morte il campione?” Disse il ragazzo con convinzione.

No, non è così ragazzo mio” – rispose il saggio – “è l’Amore la cosa più forte perché sopravvive alla morte”.

Questo è JINNISTAN – FIABE di Christoph Martin Wieland (Mimesis Edizioni), scrittore tedesco di spicco all’epoca di Goethe che contribuì in maniera sostanziale allo sviluppo culturale della città di Weimar.

Traduzione e prefazione sono a cura di Renata Gambino, docente di Germanistica presso l’Università degli Studi di Catania.

Il Testo di 465 pagine (comprese prefazione e bibliografia) è costituito da una raccolta di 19 fiabe, con testi scritti non solo da Wieland, ma anche di Friedrich H. Einsiedel e August J. Liebeskind.

Recensire un libro come questo non è stata cosa da poco, né semplice, non si è trattato di leggere, capire e interpretare la trama di una storia che va dall’inizio alla fine poiché al suo interno vi sono ben 19 piccole trame, ognuna con i propri protagonisti, la propria ambientazione ed il proprio messaggio da trasmettere. Tutte hanno però qualche fattore comune.

In primis il ricorso alla magia, fate, streghe, mondi fatati, pericoli sovrannaturali, utilizzati come strumenti per spronare e mettere alla prova i vari protagonisti e la purezza dei loro sentimenti. Ed il sentimento che fa da padrone su tutti gli altri è l’Amore, inteso in tutte le sue accezioni, ovvero filiare, passionale, fraterno. Non importa quanto sia impervia la strada, quanto siano grandi i pericoli o quanto tempo sarà necessario, se il sentimento è puro e sincero, alla fine vince su tutto. Ma al tempo stesso chi pensa di poter approfittare di questi sentimenti deve stare ben attento, perchè può farlo una, due e forse anche tre volte, ma alla fine la punizione arriva inesorabile.

Questa raccolta di fiabe è ben diversa dalle favole di Esopo che mio Zio mi faceva leggere da bambina, poiché, seppur entrambe volte a trasmettere un insegnamento morale, le seconde, ambientate nel mondo animale e scritte in un linguaggio più possibile adatto ai bambini, sono di facile comprensione anche per i più piccoli. Diversamente, la raccolta in questione, sia per il lessico utilizzato, che per la complessità delle trame e la struttura dei racconti, a mio avviso è più adatta ad un lettore più adulto, probabilmente a partire dall’età adolescenziale. Diciamo che esiste una fiaba per ogni età e che ognuna andrebbe letta, soprattutto oggi, in un mondo che ha perso di valori e di principi, ove i sentimenti ed i legami familiari sono dati per scontati, dovuti e non più coltivati.

Con queste parole Alboflede congedò gli innamorati. I due la ringraziarono per la sua bontà e promisero di ubbidirle. Poco dopo il loro ritorno a casa furono separati, ma ricordarono le parole di Alboflede e il sogno, così attesero con tutta la pazienza di cui furono capaci che gli dei prendessero le loro decisioni. In poco tempo gli impedimenti sparirono e tornarono di nuovo insieme. Si amarono e furono felici”

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