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Recensione: “La Politica raccontata ai Ragazzi”- Cos’è, perché e come si fa politica.

Recensione: “La Politica raccontata ai Ragazzi”- Cos’è, perché e come si fa politica. Recensione: “La Politica raccontata ai Ragazzi”- Cos’è, perché e come si fa politica.La Politica raccontata ai ragazzi
di Giuliano Pisapia e Lia Quartapelle
Edizioni De Agostini

Scrivere a quattro mani a distanza, al contrario di quando c’era a fatica il telefono di casa, oggi sembrerebbe semplice grazie alla tecnologia: mail, messaggi, videoconferenze e tanto altro. Una cosa poi è scrivere un racconto giallo o d’avventura, un’altra, come in questo caso, “spiegare” la politica ai ragazzi.

Ma per farlo, occorre soprattutto complicità, condividere le idee e in special modo le emozioni e questo, Pisapia e Quartapelle lo fanno in modo egregio, chiaro e diretto, in cinque brevi capitoli, scritti con semplicità e con un linguaggio che arriva immediato ai ragazzi.

Gli autori non si mettono mai in cattedra spiegando la politica come fosse una materia scolastica, ma portando esempi concreti e toccanti. Lo fanno attraverso personaggi che hanno cambiato il mondo (Mandela, Greta Thunberg e Malala Yousafzai), lavorando e lottando per il bene comune e con i quali, i ragazzi, possono relazionarsi e capire che la politica è fatta di occasioni, d’impegno e molto spesso di sacrifici.

La visione appassionata e disincantata della politica rivolta ai più giovani, non fa però ricorrere gli autori alla facilità e alla superficialità di avvicinarsi a essa. Piuttosto insistono sul rigore e sulle regole da rispettare “sempre ed ad ogni costo” per non cadere nell’anarchia e nel disorientamento.

Gli autori insistono molto “nell’ascolto” di tutti, anche se di un parere diverso dal proprio, intendendo la politica non come una professione ma come una missione. Non si decide di “fare il politico” come si decide di diventare medico o avvocato perché, come raccontano nelle loro esperienze di vita, senza decadere mai nell’autocompiacimento, la scelta di diventare un politico nasce dal caso.

Ai bambini vengono insegnate le buone maniere sin da piccoli, che sono il primo passo per aiutarli a comprendere come il mondo non sia unicamente centrato su di loro. La buona educazione, comprende due dimensioni che prevedono norme legate alla socializzazione: la responsabilità del proprio agire e il rispetto dell’altro.

Questo, secondo il messaggio, è il primo passo per diventare un buon politico. Rispettare la libertà altrui e stare ad ascoltare, perché se non sei capace di ascoltare, non potrai avere voce in capitolo. Rispetto delle regole quindi che, solo se accettate, portano a fare una buona politica.

Pisapia riconosce che al momento, purtroppo, c’è molta sfiducia e confusione nella politica, ma pone l’accento sul fatto che i giovani d’oggi sono molto più maturi di quanto lo fosse lui alla stessa età e quindi più aperti politicamente e socialmente e capaci di produrre un cambiamento.

L’attaccamento alle “poltrone” trasforma gli uomini, che spesso perdono di vista che il loro mandato è “servire“ i cittadini. L’incitamento è quindi di identificarsi in una causa grande e giusta, e non solo capire la politica, ma anche viverla intimamente.
Un invito dunque ai giovani a partecipare esprimendo senza timori la propria opinione e difenderla per iniziare un cambiamento,

Un testo rivolto essenzialmente ai ragazzi ma vivamente consigliato anche a genitori e magari agli insegnanti.

Giuliano Pisapia è un politico, avvocato, giornalista e scrittore italiano. Deputato per Rifondazione Comunista per due legislature, dal 1996 al 2006, è stato successivamente sindaco di Milano come indipendente di sinistra dal 2011 al 2016, nonché sindaco della città metropolitana dal 2015 al 2016. Avrebbe voluto fare il medico per aiutare le persone più deboli ma è diventato avvocato riuscendo comunque a stare dalla loro parte.

Lia Quartapelle è una politica, economista e accademica italiana. E’ ricercatrice all’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, dove si è occupata di Africa e politica estera italiana. Ha vissuto in Galles, in Mozambico e a Londra, ma è sempre tornata in Italia perché voleva occuparsi da italiana del suo paese. Ha iniziato a fare politica impegnandosi nel suo quartiere, a Milano, dove vive e torna ogni lunedì per ncontrare i cittadini.

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