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Recensione: “Rosso digitale. L’algoritmo di Marx”, la politica e la comunicazione che cambia

La comunicazione e la politica italiana: un rapporto che si può davvero definire un caso atipico nel panorama europeo. Si passa dalla totale estraneità tra i due mondi, all’era in cui, la televisione generalista commerciale prima, e Internet poi, influiranno massivamente nel clima dell’opinione e della coscienza pubblica.Recensione: "Rosso digitale. L'algoritmo di Marx", la politica e la comunicazione che cambia

Rosso Digitale – L’algoritmo di Marx (Manifestolibri) ripercorre le varie tappe di questo rapporto, suggerendo chiavi di lettura di fenomeni sociali come il “berlusconismo” con la sua rocambolesca e sottovalutata ascesa proprio attraverso la comunicazione di massa. Inoltre scandaglia il nuovo momento di rivoluzione, quella digitale, in cui il mezzo e il messaggio si identificano pericolosamente. In sintesi il mezzo diventa messaggio.

Il saggio si legge tutto d’un fiato, svelando anche qualche inedito retroscena sui passati tentativi di regolamentazione e legislatura della materia e sulle difficoltà incontrate da una classe dirigente costretta a negoziare e cedere sui punti cruciali del problema pur di evitare l’ostruzionismo su tematiche più “grandi e urgenti”.
Si ritrae impietosamente il declino della lucidità politica italiana riguardo alla questione “informazione e comunicazione” e il non risolto capitolo del “conflitto di interessi”, descritto fin dalle sue origini, visto come il peccato originale della sinistra italiana.

E più di qualsiasi altro partito, la sinistra italiana è accusata di vivere una crisi profonda di linguaggio, di approccio e di stile. Internet non è solo un nuovo medium ma molto probabilmente anche una nuova struttura sociale, una nuova morfologia di cui capire il senso. Le recenti campagne politiche mostrano come davvero i media rappresentano la coscienza collettiva da cui non si può più prescindere. Il popolo è diventato in un certo senso “il pubblico”. Bisogna imparare a comunicare con i modi e i tempi di questa nuova identità sociale.

Rosso Digitale – L’algoritmo di Marx è densissimo di argomenti, si va dall’invasione degli spot pubblicitari, alle fake news, alla dittatura degli algoritmi, alla nuova percezione del tempo digitale.
Su questo ultimo punto si pone l’accento: il tempo digitale compie una selezione tra “rapidi” e “lenti”. L’accelerazione tecnologica impone di esplorare nuovi territori, di approdare al Cyberspazio, termine coniato dallo scrittore di fantascienza William Gibson per definire quella “allucinazione vissuta consensualmente, ogni giorno”.
Il digitale è il nuovo spazio sociale, che allarga in maniera esponenziale anche i confini fisici, è uno spazio globale nel senso più ampio del termine.
Con leggerezza pregevole Vita delinea così temi profondi, come la nuova percezione umana del sé, il superamento della visione dell’uomo Vitruviano, misura di tutte le cose, ora l’unità di misura è l’Universo stesso.

Alla fine della lettura, arrivati all’ultima pagina, resta la voglia di saperne di più e di approfondire tutta una serie di autori e argomenti accennati nel libro. Pregio questo, di stimolare a ulteriori letture, che pochissimi testi hanno.

Vincenzo Vita (1952) è Presidente dall’aprile 2015 dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, nonché dal 2017 dell’Associazione per il rinnovamento della sinistra. Deputato con l’Ulivo nel 1996, è stato Sottosegretario del Ministero delle Comunicazioni fino al 2001. Dal 2003 al 2008 Assessore alla cultura della Provincia di Roma. Dal 2008 al 2013 Senatore del Pd. Ha insegnato come docente a contratto Teorie dei media nell’Università di Sassari e ha pubblicato, tra l’altro: Dopo i mass media (1993) e L’inganno multimediale (1998). Collabora con “il manifesto”.

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