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Recensione: “Splendora” – I desideri non hanno tempo né scadenza

Recensione: "Splendora" - I desideri non hanno tempo né scadenza Recensione: "Splendora" - I desideri non hanno tempo né scadenzaSplendora
di Alessia Bronico
Francesco Brioschi editore

Il romanzo Splendora, di Alessia Bronico, è un vero e proprio inno alla vita… e perché? Pur subendo infinite angherie, Dora, la protagonista, non si lascia abbattere dalle vicissitudini causate dalla sua famiglia e, con coraggio, determinazione e soprattutto gioia, affronta il capitolo più importante della propria esistenza: la nascita di Splendora.
Il nome che lei dà alla figlia richiama il sostantivo splendore, di cui il vocabolario ci dà più di un significato: luminosità emanata o riflessa con vivezza quasi abbagliante; eccezionale bellezza o magnificenza, in espressioni ammirative. Il nome è scelto, dunque, non a caso, perché per lei la sua bambina è “tutto, il presente e il futuro” e anche perché Splendora è un’emanazione di Dora, metaforicamente e non.

Tutta la storia, con salti temporali continui, si svolge nel borgo abruzzese La Regina delle Colline, dal panorama mozzafiato tra monti e mare. I luoghi vengono descritti con il linguaggio della poesia e con così grande dovizia di particolari da far venire la voglia di andare a visitarli. Sono funzionali alla narrazione delle vicende, oltre alle descrizioni, i riferimenti storici a usi e costumi di un tempo che sembra remoto, perché “i paesi nascondono più che mostrare… hanno la tendenza a conservare buone e cattive abitudini, più spesso le cattive”.

Questo romanzo contiene molta poesia e il lettore può trarre dalla sua lettura numerosi spunti su cui riflettere, invitando indirettamente ad affrontare con distacco le situazioni problematiche e a non smettere di sognare. È pertanto anche un romanzo di natura introspettiva, perché “i desideri non hanno tempo né scadenza e sollecitano il bisogno d’essere vivi e rassicurati”, come accade per Dora.
“Le domande servono a sopravvivere, le risposte a vivere” è la filosofia cui obbedisce Dora, che ogni anno attende il ritorno salvifico della sua amica upupa, la quale sembra volerle suggerire di volare alto e di non pensare in negativo.

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