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Sostenibilità dell’industria olearia, il progetto SURFOLY: da sansa e nocciolino un carbone per filtrare le acque di vegetazione

Sostenibilità dell’industria olearia, il progetto SURFOLY: da sansa e nocciolino un carbone per filtrare le acque di vegetazione Sostenibilità dell’industria olearia, il progetto SURFOLY: da sansa e nocciolino un carbone per filtrare le acque di vegetazione L’Università degli Studi di Perugia eccelle nella cooperazione europea con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Il progetto SURFOLY (www.surfoly.it), coordinato dal Professore Francesco Fantozzi, responsabile del Sustainable Energy Systems Laboratory (SESLAB) presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Ateneo perugino, è risultato destinatario di un finanziamento di 2,2 milioni di euro.

SURFOLY, realizzato nell’ambito del bando PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), è focalizzato sulla sostenibilità dell’industria olearia, che rappresenta da secoli una fonte di ricchezza per tutti i paesi del mediterraneo. Propone un modello di business in economia circolare che valorizza in maniera innovativa i residui oleari (sansa, nocciolino ed acque di vegetazione), per produrre mangimi per piccoli ruminanti (pecore e capre) in area mediterranea, che migliorino la produttiva e il benessere animale, e contemporaneamente riducano l’impatto ambientale della filiera olivicola.

La ventennale esperienza nella tecnologia di pirolisi di biomasse del SESLAB, è applicata alla produzione di carbone a partire dalla sansa e dal nocciolino. Il carbone (biochar) così ottenuto è utilizzato per filtrare le acque di vegetazione, riducendone così il carico inquinante, e arricchendo il biochar di antiossidanti naturali (polifenoli) che aggiunto alla dieta animale, è in grado di migliorare il benessere animale e ridurre le emissioni di gas metano dei ruminanti.

Il progetto è svolto in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Ateneo di Perugia (per le tematiche relative alla filtrazione delle acque di vegetazione e per i primi test sugli animali) e prevede la verifica su scala industriale in area mediterranea, in un mangimificio e in aziende agricole in Marocco e Libano, supervisionate dall’Istituto Agronomico di Rabat e dall’Università Americana di Beirut.

Lo spin-off TREE Eng dell’Università degli Studi di Perugia curerà l’analisi di fattibilità economica e ambientale.

Ulteriori informazioni sul progetto SURFOLY all’indirizzo www.surfoly.it

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