Un western all’italiana
La vendetta si consuma fredda: è il dettato di molti western all’italiana, come “Da uomo a uomo”, di Giulio Petroni, proposto da Rai Movie lunedì 26 febbraio alle 21.10. Nel cast, Lee Van Cleef, John Philip Law, Luigi Pistilli, Mario Brega. Cinque malviventi assalgono una fattoria: quattro di loro sono spietati e fanno fuori tutti, il quinto mette in salvo il ragazzino, unico superstite della famiglia. Diventato grande, Bill si mette sulle tracce dei cattivi con l’intenzione di pareggiare il conto, ma sulla sua strada incrocia il pistolero Ryan. Anche se ce l’ha a morte con quegli stessi uomini e forse è il caso di allearsi.
Il western all’italiana (noto anche come spaghetti western o Italo-western in inglese, o anche Italoaters) è un genere di film western di produzione italiana negli anni sessanta e settanta con la partecipazione spesso di attori di valore ancora agli albori della loro carriera e che successivamente sarebbero divenute star internazionali. Tali film erano girati generalmente in Italia o in Spagna e, in rari casi, in altri paesi del Mediterraneo.
Grazie a questo prolifico filone, per circa un quindicennio (compreso grosso modo fra il 1964 e il 1978) il western conobbe una rinnovata popolarità in Italia dopo un periodo di decadenza. Questo genere di western ha avuto successo anche fuori dall’Italia, influenzando successivamente anche i temi e le convenzioni del genere western di produzione non europea.
Nel 1971 Franco Ferrini pubblicò sulla rivista Bianco e Nero un articolo in cui individuava nove situazioni-tipo che distinguevano il western all’italiana da quello classico. Queste situazioni riguardavano l’uso che negli spaghetti-western viene fatto dell’alcol, dei nomi, della banca, delle armi, della legge, del cimitero e del duello.
Nei western all’italiana il protagonista non è quasi mai un eroe, ma spesso un antieroe mosso da interesse invece che da motivazioni idealistiche.
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