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Stasera in tv appuntamento con Grandi della Tv

Raffaella Carrà

Stasera in tv appuntamento con Grandi della Tv

Una donna sempre al confine, istituzionale e sovversiva, prepotentemente moderna ma rassicurante, sconvolgente ma balsamica, per Renzo Arbore “Una rivoluzionaria popolare”: domenica 19 maggio alle 17.30 e lunedì 20 maggio alle 22 su Rai Storia sale sul palco dei “Grandi della TV”, con Edoardo Camurri, Raffaella Carrà.
Raffaella Maria Roberta Pelloni, fusione tra il pittore rinascimentale Raffaello Sanzio e l’artista metafisico Carlo Carrà, nasce a Bologna nel 1943 – pochi giorni prima che venisse bombardata – in una famiglia tutta al femminile: la madre Iris è la prima donna separata della città e la nonna Andreina, con la passione per il violino, possiede una gelateria.
È il 1970, va in onda la trasmissione “Io, Agata e tu”: “Buttami due telecamere addosso” dice la Carrà al regista, scatenando una deflagrazione mai vista in televisione. Ci arriva dopo una serie di insuccessi, dopo aver stregato Frank Sinatra, seguendolo persino a Hollywood, da cui se ne andrà dopo aver sperimentato la solitudine. L’epifania vera e propria si manifesta sempre nel 1970, in un tranquillo sabato sera, mentre la Rai trasmette “Canzonissima”: schiena inarcata, ombelico scoperto, caschetto biondo che si agita in una scossa. Il dionisiaco rimpiazza le apollinee linee delle gemelle Kessler ipnotizzando tutti, uomini, donne e bambini. Rassicura, ma suggerisce l’emancipazione, mettendo in scena il fantasma del desiderio. In una climax dirompente, dal “Tuca tuca” del ’71 a “Rumore” nel ’74, scandalizza e allude alle rivendicazioni portate in piazza dalle donne. A fianco di Mina nello show “Milleluci”, sempre nel ’74, occupa lo spazio riservato agli uomini, facendo fantasticare la stampa su una loro rivalità, mentre le due se la ridono giocando a burraco.
L’energia di Raffa si propaga come una scossa tellurica prima in Spagna, dove compare in tv per la prima volta nel marzo ’75 – quando Franco è ancora vivo – poi in tutta Europa, sino all’America latina.
Appuntamento da non perdere.

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