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Stasera in tv Noseda e Kissin con Santa Cecilia

In programma anche il celebre “Rach3”

Stasera in tv Noseda e Kissin con Santa Cecilia

E’ contornato da un’aura di leggendaria difficoltà tecnica, grazie anche al film “Shine”, il Concerto n. 3 in re minore per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov, detto “Rach3”, che Rai Cultura propone nell’esecuzione dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia in prima Tv giovedì 18 gennaio alle 21.15 su Rai 5. Nel film il protagonista Geoffrey Rush, che interpreta il pianista David Helfgott, sprofonda nella pazzia per la spasmodica tensione causata dall’esecuzione di questa pagina. Nel concerto a eseguirlo è chiamato Evgeny Kissin, uno “uno dei pianisti più ammirati dei nostri tempi per quanto riguarda l‘intensità e la sensibilità delle sue interpretazioni”, come ha scritto il “New York Times.”

Sul podio il direttore milanese Gianandrea Noseda, ospite abituale dei concerti di Santa Cecilia fin dal 1999 e attualmente Direttore musicale della National Symphony Orchestra di Washington e Generalmusikdirektor dell’Opernhaus di Zurigo, premiato nel 2022 dai critici tedeschi con l’“Oper! Award” come “Miglior direttore d’orchestra”.

Nella seconda parte del concerto Noseda e l’Orchestra ceciliana propongono la sinfonia “Sogni d’inverno”, la Prima Sinfonia del catalogo di Pëtr II’ič Čajkovskij. Composta nel 1866, fu eseguita due anni dopo a Mosca e salutata dalla stampa dell’epoca come una “sinfonia autenticamente russa”. Il titolo evoca viaggi invernali, in particolare tra San Pietroburgo e Mosca e deriva dai sottotitoli dei primi due movimenti, Sogni durante un viaggio e Paese desolato, paese brumoso. Regia tv di Elisabetta Foti.

Concerto d’impostazione tardo-romantica, deve la sua fama alla sua grande difficoltà esecutiva, in quanto richiede al solista una solidissima tecnica e molta resistenza. Infatti, sebbene i singoli episodi pianistici, molto impegnativi, non raggiungano singole vette di insostenibile difficoltà tecnica, la costante e quasi ininterrotta presenza del pianoforte, la sua spiccata evidenza rispetto alla tessitura orchestrale e la notevole lunghezza ne fanno nel complesso uno dei più impegnativi concerti dell’intero repertorio pianistico.

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