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Stasera in tv torna l’appuntamento con Cinema Italia

Il medico della mutua

Stasera in tv torna l'appuntamento con Cinema Italia

Il giovane medico Guido Tersilli aspira ad aprirsi uno studio medico tutto suo a Roma. Il modo migliore per guadagnare sembra avviare una convenzione con la mutua. Aiutato dalla madre e dalla fidanzata riesce ad avviare la sua attività, e attraverso numerosi stratagemmi cerca di procacciarsi il maggior numero possibile di nuovi mutuati. Un grande Alberto Sordi è protagonista di “Il medico della mutua” di Luigi Zampa andrà in onda sabato 24 febbraio alle 21.10 per il ciclo Cinema Italia su Rai Storia. Nel cast del film, tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe D’Agata, anche Nanda Primavera, Bice Valori, Pupella Maggio, Leopoldo Trieste.

Figlio di un operaio, un ferroviere romano socialista, e di una sarta di origini tarantine, dopo il diploma tecnico professionale trova impiego presso il comune di Roma. Nel 1930 esordisce come drammaturgo con lavori messi in scena in diversi teatri romani. Nel 1934 si iscrive alla Scuola nazionale di cinematografia dell’Accademia di Santa Cecilia, che l’anno successivo, sotto la guida di Alessandro Blasetti, si trasforma in Centro sperimentale di cinematografia, conseguendo il diploma di regia nel 1937. È la leva dei registi del futuro neorealismo. Pietro Germi e Antonio Pietrangeli sono suoi compagni di corso.

Dopo aver lavorato dal 1939 come sceneggiatore, diresse alcuni film di scarso rilievo, fino a partecipare alla stagione del neorealismo prima con due commedie popolaresche, Vivere in pace (1946) e L’onorevole Angelina (1947), interpretate dai due attori simbolo del genere, rispettivamente Aldo Fabrizi e Anna Magnani, e successivamente con il suo capolavoro, Processo alla città (1952), una realistica ricostruzione della camorra napoletana e del famoso processo Cuocolo, su soggetto di Francesco Rosi.

Con Anni difficili (1948), Anni facili (1953) e L’arte di arrangiarsi (1955), trilogia realizzata in collaborazione con  Brancati, evocò in toni satirico-grotteschi il fascismo, con un’appendice nel 1962, Gli anni ruggenti, per osservarne poi, la continuità negli intrallazzi del dopoguerra.

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