Oggi vi consigliamo Hollywood, Vermont, in onda su Iris (canale 22 del digitale terrestre) alle 17.00.
Hollywood, Vermont: quando il cinema invade la provincia americana
Una troupe cinematografica di Hollywood arriva nella piccola cittadina di Waterford, nel Vermont, per girare un film dal titolo “The Old Mill” (Il vecchio mulino). Peccato che il mulino, elemento centrale della sceneggiatura, sia bruciato anni prima. Questo è solo il primo di una serie di problemi che la produzione dovrà affrontare in Hollywood, Vermont (titolo originale: State and Main), brillante commedia del 2000 firmata dal pluripremiato drammaturgo e regista David Mamet.
Un cast stellare per una satira graffiante
Il film vanta un cast d’eccezione che include Alec Baldwin, Philip Seymour Hoffman, William H. Macy, Sarah Jessica Parker e Rebecca Pidgeon. Questa commedia corale racconta con ironia tagliente lo scontro tra due mondi apparentemente inconciliabili: l’universo patinato e cinico di Hollywood e la vita semplice e autentica di una piccola comunità del New England.
David Mamet, noto per il suo stile di scrittura incisivo e i dialoghi brillanti, confeziona una satira pungente dell’industria cinematografica, mettendo a nudo ipocrisie, compromessi morali e la tensione costante tra arte e commercio che caratterizza il mondo del cinema.
Quando Hollywood incontra la provincia
La tranquilla routine di Waterford viene completamente stravolta dall’arrivo della troupe cinematografica. Il regista Walt Price (William H. Macy) e il produttore Marty Rossen (David Paymer) si trovano a dover gestire una serie di crisi: dalla mancanza del mulino protagonista del film, alle pretese della star maschile Bob Barrenger (Alec Baldwin), noto per la sua predilezione per le minorenni, fino ai capricci della diva Claire Wellesley (Sarah Jessica Parker), che improvvisamente si rifiuta di girare scene di nudo previste dal contratto.
In questo caos, lo sceneggiatore Joseph Turner White (Philip Seymour Hoffman), idealista e alle prime armi con Hollywood, trova conforto nell’amicizia con la libraia locale Ann Black (Rebecca Pidgeon). Il loro legame rappresenta l’incontro tra l’autenticità dei valori della provincia americana e le ambizioni artistiche non ancora contaminate dal cinismo dell’industria.
Una riflessione sul compromesso morale
Hollywood, Vermont non è solo una commedia brillante, ma anche una riflessione profonda sui compromessi morali che siamo disposti ad accettare per raggiungere i nostri obiettivi. Il film esplora come i valori possano essere facilmente sacrificati sull’altare del successo e del denaro, sia da parte degli abitanti del villaggio, inizialmente diffidenti ma poi sedotti dalle lusinghe di Hollywood, sia da parte dei professionisti del cinema, disposti a qualsiasi compromesso pur di completare il film.
L’arte del dialogo secondo Mamet
Come in molte opere di Mamet, i dialoghi sono il vero punto di forza del film: rapidi, taglienti, ricchi di battute memorabili che rivelano le contraddizioni dei personaggi. La scrittura di Mamet brilla particolarmente nelle scene di gruppo, dove emergono le dinamiche di potere e le tensioni tra i vari personaggi.
Celebre la battuta pronunciata dal produttore: “Non è una bugia, è una tecnica di pre-produzione”, che sintetizza perfettamente l’attitudine dell’industria cinematografica a manipolare la realtà per i propri scopi.
Una satira senza tempo
A più di vent’anni dalla sua uscita, “Hollywood, Vermont” mantiene intatta la sua capacità di far ridere e riflettere. La rappresentazione del conflitto tra valori autentici e superficialità, tra arte e commercio, tra verità e finzione, resta attuale in un’epoca in cui l’immagine e l’apparenza sembrano spesso prevalere sulla sostanza.
Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio della National Board of Review per il miglior cast d’insieme, confermando la capacità di Mamet di dirigere attori di grande talento in un’opera corale che bilancia perfettamente commedia e riflessione sociale.
Per gli amanti del cinema indipendente americano e per chi apprezza le commedie intelligenti, “Hollywood, Vermont” rappresenta una gemma da riscoprire, un’opera che utilizza l’ironia per svelare le contraddizioni non solo dell’industria cinematografica, ma della società contemporanea nel suo complesso.
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