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“La classe” di Vincenzo Manna, regia di Giuseppe Marini, al Teatro Comunale di Vicenza

"La classe" di Vincenzo Manna, regia di Giuseppe Marini, al Teatro Comunale di Vicenza "La classe" di Vincenzo Manna, regia di Giuseppe Marini, al Teatro Comunale di VicenzaLa stagione di prosa del Teatro Comunale di Vicenza prosegue senza sosta; è in programma in Sala Grande, in data unica sabato 15 febbraio alle 20.45, un interessante lavoro dedicato alla società vista, interpretata e vissuta dalle giovani generazioni, “La classe” di Vincenzo Manna, regia di Giuseppe Marini, una produzione 2018 dell’Accademia Perduta Romagna Teatri, di Goldenart e della Società per Attori, che ha Claudio Casadio, Andrea Paolotti, Brenno Placido come interpreti principali, e con Edoardo Frullini, Valentina Carli, Andrea Monno Cecilia D’Amico, Giulia Paoletti. Il lavoro teatrale è un intenso spettacolo di impegno civile sui temi del disagio giovanile, della violenza e delle forti disuguaglianze sociali che abitano le grandi città europee, applaudito ovunque nel corso della tournée sui palcoscenici italiani, spettacolo che sarà al Teatro Comunale di Vicenza nell’unica data veneta della stagione invernale 2020. Per la data del Comunale restano ancora dei biglietti.

Come di consueto, sabato 15 febbraio alle 20.00 al Ridotto, ci sarà l’Incontro a teatro condotto da Andrea Dellai, attore e formatore teatrale vicentino, per discutere e approfondire con il pubblico e con alcuni attori del cast le tematiche di questo intenso lavoro di denuncia sociale, ma al contempo “la prova di come sia possibile parlare del disagio contemporaneo con sincerità, autenticità e ironia” come hanno affermato alcuni critici.

“La classe” è il frutto di un progetto multidisciplinare che ha visto collaborare soggetti impegnati nei settori della ricerca, della formazione e della psichiatria sociale. Da una ricerca basata su migliaia di interviste a giovani tra i 16 e i 19 anni, sulla loro relazione con gli altri, intesi come diversi, altro da sé, e sul loro rapporto con il tempo, inteso come capacità di legare il presente con il passato ed il futuro, è scaturita l’idea di questa interessante rappresentazione, una sorta di spaccato sociale con dinamiche e situazioni che sono davvero istantanee dell’esistente. Gli argomenti trattati nel corso delle interviste hanno fornito un importante contributo alla scrittura drammaturgica del testo teatrale, un innovativo esperimento di data storytelling che nel Lazio è diventato una serie di incontri-lezioni sul tema dell’accoglienza con gli studenti di alcuni Istituti scolastici. Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con Tecnè, Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale, Phidia e con il sostegno di Amnesty International – sezione italiana.

L’ambientazione della pièce è in una piccola città europea in forte crisi economica, dove disagio, criminalità e conflitti sociali sono il quotidiano di un decadimento generalizzato che sembra inarrestabile. A peggiorare la situazione, appena fuori dalla città, c’è lo “Zoo”, uno dei campi profughi più vasti del continente che ha ulteriormente deteriorato un tessuto sociale sull’orlo del collasso ma, paradossalmente, ha anche portato lavoro, non ultima la costruzione di un muro intorno al campo per evitare la fuga dei rifugiati. Alla periferia della cittadina, in uno dei quartieri più popolari, a pochi chilometri dallo Zoo, c’è una scuola superiore, un Istituto Comprensivo specializzato in corsi professionali di avviamento al lavoro. Albert, straniero di terza generazione, laureato in Storia, alla prima esperienza lavorativa, viene assunto come Professore per “recuperare” in quattro settimane sei studenti sospesi per motivi disciplinari. Intravedendo nella loro rabbia una possibilità di comunicazione, il professore riesce a far breccia nel loro disagio e conquista la fiducia della maggior parte della classe. Abbandona i soliti metodi e propone agli studenti di partecipare ad un bando europeo su “I giovani e gli adolescenti vittime dell’Olocausto”. Gli studenti, inizialmente non sono d’accordo ma si lasciano convincere vedendo un documento che testimonia come nei paesi di provenienza dei rifugiati dello “Zoo” si continui ad essere torturati e perseguitati. È chiaro a tutti, che i conflitti non hanno mai fine, e così si prosegue con la ricerca, ma non solo …

Su questi temi difficili, affrontati in modo ironico e dissacrante, si concentra il lavoro di Vincenzo Manna e del regista Giuseppe Marini con i giovani attori, ottenendo un risultato brillante che rende “La Classe” un lavoro teatrale “che sorprende per immediatezza, vitalità ed empatia”.

I biglietti per tutti gli spettacoli del TCVI sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale, in Viale Mazzini (tel. 0444.324442 – [email protected]) aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15, online sul sito del teatro tcvi.it, agli sportelli di Intesa Sanpaolo ex Banca Popolare di Vicenza; si possono acquistare anche tramite la App TCVI e in biglietteria del teatro un’ora prima degli eventi.

I prezzi dei biglietti sono: 29,50 euro il biglietto intero, 23,50 euro il ridotto over 65 e 14,50 euro il ridotto under 30.

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